Mons Celli: Chiesa sulle Reti sociali per condividere un cammino, tweet aumentati
con Papa Francesco
Questa domenica si celebra la 47.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali
sul tema "Reti sociali: porte di verità e di fede, nuovi spazi di evangelizzazione".
Al centro, dunque, lo sviluppo delle reti sociali digitali che, scriveva Benedetto
XVI nel messaggio per l’occasione, “stanno contribuendo a far emergere una nuova piazza
pubblica in cui le persone condividono idee e dove possono prendere vita nuove forme
di comunità”. Una valutazione positiva ma che esige responsabilità, dedizione alla
verità e autenticità, ribadisce mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio
Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Ma cosa rappresenta per la Chiesa il mondo
dei social network e con quali prospettive? Gabriella Ceraso ne ha parlato
proprio con mons. Celli:
R. – Per
la Chiesa credo che sia una sfida ed un’opportunità, nel senso che le reti sociali
sono veramente diventate un ambiente di vita ed in questo contesto noi siamo chiamati
a far presente il messaggio di Gesù; i discepoli del Signore sono chiamati a dare
testimonianza, nella rete dei valori in cui credono, a vivere autenticamente questa
presenza e viverla con una certa responsabilità. Questa è la sfida. L’opportunità
è che anche coloro che sono lontani, coloro che hanno perduto un rapporto più profondo
con il Signore - proprio nella contestualità della rete sociale da loro abitata -
possano trovare un’offerta concreta, una presentazione seria, rispettosa, possano
incontrare i criteri di vita.
D. – Nel messaggio ci sono alcuni aspetti e lei
li ha toccati, per esempio l’importanza stando in rete, di sfuggire a tutto ciò che
è sensazionalismo, tutto ciò che è sete di popolarità…
R. – Direi che questo
è l’atteggiamento della Chiesa, noi non cerchiamo di fare propaganda e quindi non
è un annuncio “commerciale” del Signore Gesù. Si tratta solamente di condividere con
altri un cammino di vita, criteri di vita che sono sostanzialmente una sintesi esistenziale
del rapporto tra la mia vita ed il messaggio di Gesù. E' molto importante: la nostra
presenza non è un annuncio “formale” del Vangelo – cioè io non faccio citazioni del
Vangelo – non è questo! Credo che , proprio nella rete sociale, io sono chiamato ad
esprimere come la mia vita incontra Gesù e il Vangelo, e quindi come la mia vita ne
viene trasformata. I messaggi che manda a tutto il mondo Papa Francesco sono messaggi
di questo genere; come l’altro giorno quando diceva che non c’è tristezza, non c’è
malinconia per il cristiano perché la sua vita è legata a Gesù Cristo, e quando pochi
giorni fa Papa Francesco diceva che le lacrime della sofferenza sono quelle lenti
che mi aiutano a riscoprire la presenza di Gesù. La rete sociale diventa dunque un
momento di condivisione, un momento in cui io nella mia autenticità, nella mia immediatezza
comunicativa faccio presente la sostanza del mio vivere.
D. – Ha citato Papa
Francesco, i tweet sono un po’ segni di quanto lo stesso Vaticano si sia voluto anche
mettere in gioco nelle reti. Che prospettive ci sono, lei cosa pensa?
R. –
Penso che la nostra esperienza sia quella di continuare su questa linea, i tweet sono
addirittura aumentati di numero e direi che Papa Francesco sembra sia desideroso di
proseguire. Lo stesso tweet usa un linguaggio nuovo, è un linguaggio diffuso specialmente
nei settori giovanili ed è molto importante ad esempio pensare che questi messaggi
del Papa poi vengano re-tweettati dai suoi followers. Milioni di persone possono ricevere
sul proprio cellulare questo messaggio, che pur nella sua brevità è ricco di contenuto,
stimolante ed ispiratore nel cammino della vita.
D. – Quindi, il futuro della
Chiesa, del messaggio di Cristo è anche questo: viaggiare in rete…
R. – Esattamente.
È innegabile che per quanto riguarda l’evangelizzazione il cammino principale è quello
della comunità, ma la rete sociale può essere un luogo privilegiato dove anche io
posso ritrovare ciò che magari ho perduto di vista, o che sia leggermente sfocato
nel cammino. Ritengo che la nostra responsabilità sia quella di far sì che questo
messaggio risplenda il più luminosamente possibile e possa essere di riferimento per
tante persone che cercano qualche cosa che dia significato al nostro vivere.