Venezuela. Il vescovo di Trujillo: "La divisione nel Paese disgrega la società"
«In Venezuela la libertà è appesa a un filo»: è la denuncia di mons. Oswaldo Azuaje,
vescovo di Trujillo, in visita al quartier generale di Aiuto alla Chiesa che Soffre
a Königstein in Germania. Il presule carmelitano descrive il momento drammatico vissuto
dal suo Paese, aggravatosi in seguito alle elezioni presidenziali del 14 aprile scorso.
«Il Venezuela è spaccato a metà e questa separazione ha provocato ulteriori divisioni
all’interno della società e una grave scissione in seno alla classe politica. Purtroppo
non è una novità per noi. La politica venezuelana degli ultimi anni è stata caratterizzata
da contrasti e discussioni: non solo alterchi, ma vere e proprie ostilità». Per mons.
Azuaje l’attuale tensione ha conseguenze su gran parte della popolazione e, seminando
rancore e discordia, mina i rapporti interpersonali e familiari. È quindi prioritaria
la ricerca di un dialogo per la pace. «La democrazia – aggiunge il vescovo – non comporta
esclusivamente indire delle consultazioni per eleggere un leader politico. È anche
la capacità di convivere con chi è diverso da noi, di rispettare e saper ascoltare
chi ha un’opinione differente dalla nostra». Il presule ricorda la dichiarazione della
Conferenza episcopale venezuelana del 2 maggio scorso. L’episcopato aveva già emesso
un comunicato il 17 aprile, a pochi giorni dai risultati elettorali, ma ha sentito
il bisogno di rivolgersi nuovamente alla popolazione, dopo i numerosi episodi di violenza
registrati in tutto il Paese e in seno al Parlamento. Il 30 aprile, infatti, la decisione
del presidente dell’Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello, di togliere il diritto
di parola a chiunque non riconoscesse come legittima la vittoria del neopresidente
Nicolas Maduro, ha scatenato l’aspra condanna dell’opposizione, poi degenerata in
una rissa tra parlamentari. «L’aggressione fisica di alcuni deputati – scrivono i
vescovi – è un atto che provoca in noi tristezza e vergogna. Il Venezuela non merita
uno spettacolo tanto degradante». Mons. Azuaje si rivolge ai venezuelani per invocare
la necessaria e ferma volontà di ognuno nel costruire una nazione migliore per tutti,
«a prescindere da chi sia al governo». «Benedetto chi sa ascoltare. Perché spesso
ci limitiamo a parlare e le nostre parole servono solo a ferire gli altri. Per questo
chiedo ai miei compatrioti e a chiunque ami il Venezuela, di pregare per la pace e
la riconciliazione». (R.P.)