Presentata la Biennale Venezia 2013: sguardo al futuro e formazione di giovani
artisti
Sono stati presentati dal presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, e dai
rispettivi direttori responsabili di sezione, i prossimi programmi e festival dedicati
al teatro e alla musica, che vedranno presenti nella città lagunare artisti e compagnie
provenienti da tutto il mondo e giovani impegnati a formarsi nelle loro discipline
artistiche. Una Biennale che amplia la sua attività pensando al futuro dell’arte e
del suo insegnamento. Il servizio di Luca Pellegrini:
La Biennale
di Venezia si apre al futuro, reimpostando tutta la sua missione e programmazione.
Oltre a promuovere la conoscenza tra il pubblico con le mostre e i festival, ha aggiunto
infatti una vera e propria linea strategica volta alla formazione dei giovani artisti.
Si tratta del Biennale College, teso a promuovere nuovi talenti attraverso il coinvolgimento
diretto con i grandi maestri. Risultati e progetti sono stati presentati dai direttori
delle diverse sezioni, Àlex Rigola per il teatro e Ivan Fedele per la musica. Hanno
entrambi avuto il compito di organizzare sia i loro rispettivi Festival - 42.mo quello
internazionale del Teatro il prossimo agosto, 57.mo quello di Musica contemporanea
in ottobre - sia i vari e numerosi laboratori di ricerca, incontri e workshop. Per
Alex Rigola, il teatro ha alla Biennale un chiaro significato:
R. -
Per me, è sempre stato la parola condividere, conoscimento, ma allo stesso tempo giocare
e raccontare. In questo momento di crisi in Italia, in Europa e nel mondo è importante
ripensare un po’ tutto: questo lavoro nel teatro è essere specchio del mondo, specchio
del Paese, specchio dell’Europa. Penso che questa sia la forma di lavorare.
D.
- Molta attenzione a Shakespeare, rivisto con la sensibilità contemporanea e rielaborato
a livello di studio dei personaggi…
R. - Perché Shakespeare è il drammaturgo
più importante del mondo. Una gran parte del suo lavoro ha sempre pensato all’Italia.
Questo è anche uno specchio del mondo: se Shakespeare è diventato universale è perché,
in fondo, il tempo non è importante, così come i luoghi. La cosa importante è l’azione,
la parola, il pensiero di ogni personaggio.
Ivan Fedele,direttore
del settore musica, ha dato al Festival il titolo “Altra voce, altro spazio”. Cosa
significa?
R. - Prendo lo spunto dal pezzo di Luciano Berio “Altra voce” per
ricordare il grande maestro che è scomparso 10 anni fa e dà lo spunto per vedere altre
differenti declinazioni del concetto di spazio e dell’idea di questo strumento meraviglioso
che è la voce, che ci portiamo da quando siamo nati. Quindi avremo cori: cori di bambini,
cantanti che vedranno la loro voce distribuita spazialmente in maniera molto interessante
piuttosto elaborata… Questo da un punto di vista della musica cantata e suonata nello
spazio, perché Venezia è la città dello spazio. Ma poi anche lo spazio inteso, per
esempio, come Internet. Un’attenzione ai due collettivi: uno "Nu/thing"che
un collettivo di giovanissimi compositori, ai quali ho delegato il compito di creare
e inventarsi un concerto, dove ci saranno immagini, performance dal vivo, musica
mista, acustica. E poi anche l’"Imaginaire", il cui nucleo è un nucleo di italiani
che vivono a Strasburgo. Quindi, ancora una volta diamo voce ai giovani e magari evitiamo
esclusivamente di parlare di loro.
D. - La Biennale e la musica: non si tratta
soltanto di eseguire e mostrare, ma di aiutare a creare…
R. - Significa anzitutto
che un numero consistente dei grandi artisti che saranno presenti per il Festival,
quindi a mostrare la loro arte: li coinvolgeremo per mostrare la loro tecnica, la
loro visione anche estetica dell’arte, ai giovani che saranno stati scelti per i progetti
di "Biennale College", che nel corso dell’anno vivranno una fase di formazione, poi
di creazione e poi di performance.
D. - Leone d’Oro alla carriera assegnato
il prossimo 4 ottobre a una grandissima musicista russa, Sofija Gubaidulina...
R.
- La musica d’oggi vive di un impulso che non monolitico, ma è monodirezionale: è
molteplice, con una ricchezza di spunti e di proposte assolutamente straordinarie.
Questo tra i giovani, ma anche - una volta cadute barriere ideologiche di ciò che
è giusto, corretto, vero dal punto di vista della contemporaneità e cioè che non lo
è - ci fa capire che una autrice come Sofija Gubaidulina, ma ce ne sono anche altre,
ormai a 82-83 anni di età abbia rappresentato un esempio di coerenza nella straordinaria
poesia, ma anche di coerenza nell’eticità e nel comportamento, che sono un esempio
per tutti: un artista non è solo un artista, è anche un uomo e deve dare, in qualche
modo, una immagine di sé proprio perché è portatore di un messaggio di creatività,
anche nel sociale.