Tragedia porto di Genova. 7 morti, 4 feriti, 2 dispersi. Il dolore del card. Bagnasco
Sette morti, quattro feriti, di cui due gravi e due dispersi il bilancio del disastro
avvenuto martedì notte, nel porto di Genova quando una nave portacontainer, la Jolly
Nero della compagnia 'Ignazio Messina', ha urtato la torre di controllo provocandone
il crollo. La procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo: indagati
il pilota e il comandante. ''Una tragedia grande'', ha commentato il presidente del
Consiglio, Enrico Letta arrivando questa sera all'ospedale Galliera a Genova per salutare
i due ricoverati rimasti feriti. Dino Frambati:
Tragedia epocale,
mai avvenuta nella marineria italiana il disastro di Genova, dove la portacontainer
Jolly Nera dell'armatore Messina, uscendo dal porto ha urtato con la poppa la torre
di controllo facendola crollare. Sette i morti accertati, ma ancora due i dispersi,
quattro i feriti gravi. Su quella torre, alle 23,30 di martedì erano in 13 tra piloti
e militari della Capitaneria, il massimo perché era ora del cambio turno. Sfortunato
destino, sul quale il ministro ai Trasporti Maurizio Lupi ha riferito oggi alla Camera,
spiegando le possibili cause: avaria ai motori, problemi ai cavi di rimorchio o velocità.
L'incidente è avvenuto in una notte dalla condizioni meteo eccellenti. La nave, 240
metri, oltre 40 mila tonnellate è sotto sequestro. Era in partenza per Napoli e Port
Said. Comandante e pilota sono indagati per omicidio colposo plurimo. Il sindaco di
Genova, Marco Doria, ha proclamato per domani lutto cittadino e il presidente del
Porto, Luigi Merlo ha ricordato che quella manovra è effettuata da 6 mila navi l'anno.
Cgil Cisl e Uil hanno proclamato sciopero nello scalo fino a domani. Cordoglio è
stato espresso dal presidente Napolitano e da Confitarma, mentre il cardinale Bagnasco
ha assicurato che pregherà per le vittime insieme alla città e domani le ricorderà
in un pellegrinaggio già programmato al santuario della Guardia che verrà dedicato
invece a questo terribile fatto.
“Profondo cordoglio, solidarietà e vicinanza”:
ad esprimersi così è il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e
presidente della Cei. Adriana Masotti lo ha raggiunto telefonicamente a Roma,
dove il porporato si trova da ieri sera, per chiedergli quando è stato informato dell’incidente
e quali sono stati i suoi sentimenti in quel momento e in queste ore:
R. - L’ho saputo
questa mattina presto. Oggi sono a Roma e mi hanno telefonato direttamente da Genova
per avvisarmi di questa tragedia, che ha suscitato ovviamente un grande dolore nel
mio cuore pensando alle vittime, ai dispersi, ai feriti e ai loro familiari. Questa
è una di quelle sciagure che non dovrebbero mai accadere, e ci auguriamo che non accadano
mai più, però di fatto in questo momento bisogna stringersi gli uni agli altri attraverso
la preghiera che assicuro a tutte le persone interessate, e attraverso quella vicinanza
fraterna, affettuosa, che si può realizzare. Naturalmente, penso anche a tutti i colleghi
delle vittime, alla Capitaneria di porto, a tutti gli operatori portuali del mondo
del mare, persone a cui rivolgo la mia stima, la mia ammirazione e il mio incoraggiamento
in questo momento così doloroso e luttuoso.
D. – Eminenza, al suo rientro a
Genova che cosa farà? In diocesi è già stato programmato qualcosa?
R. - Siamo
in attesa delle decisioni dei familiari e delle diverse autorità competenti circa
i funerali. Ho dato la disponibilità ovviamente all’uso della cattedrale - se vorranno
- e spero di poter essere presente, se ci sarà una cerimonia comune, per poter portare
direttamente la mia preghiera e il mio affetto a tutti.
D. - Sappiamo quanto
anche Genova e il suo porto siano toccati dalla crisi economica. Certo, un incidente
così non ci voleva. Il presidente della Regione Liguria ha detto: “Per Genova questo
è veramente un colpo al cuore”.
R. - Sì. È un colpo al cuore perché sappiamo
che per Genova, il porto è storicamente il cuore pulsante, ma anche nelle attuali
circostanze, anche per il grande indotto che sempre porta con sè. Ma nello stesso
tempo vorrei che questo fosse anche un momento di riscatto. Per questo prego il Signore,
e auspico che tutti i genovesi sentano questa tragedia come un momento di riscatto
per crescere nell’amore verso la propria città e verso il proprio porto che - ripeto
- storicamente è il suo cuore. Un riscatto, perché si facciano ulteriori progressi
in quello che è lo sviluppo, la solidità del porto e delle attività portuali con la
partecipazione di tutti gli operatori perché da questa tragedia possa uscire una coscienza
nuova da parte di tutti noi.