La preghiera del Papa per la Supplica di Pompei. Intervista con mons. Tommaso Caputo
Si è tenuta ieri mattina a Pompei la tradizionale preghiera della “Supplica alla Madonna
del Rosario”, composta dal Beato Bartolo Longo. All’udienza generale, Papa Francesco
ha invitato i fedeli ad unirsi “spiritualmente a questo popolare atto di fede e di
devozione, affinché per intercessione di Maria, il Signore conceda misericordia e
pace alla Chiesa e al mondo intero”. Sul valore della Supplica, Luca Collodi ha
intervistato l’arcivescovo prelato di Pompei e delegato pontificio per il Santuario,
mons. Tommaso Caputo:
R. - Il testo della Supplica è molto coinvolgente,
lirico e musicale; la sua coralità è, allo stesso tempo, unica e unificante. È nata
dal cuore di Bartolo Longo, ma in realtà, ognuno può sentirsene l’autore, in quanto
racchiude tutti i dolori e le speranze della famiglia umana e dà voce all’amore che
dalla terra si leva verso il cielo. Pregare la Madonna di Pompei con questa preghiera
significa esprimere la propria identità di figli che si rivolgono a Lei, la Madre
che Gesù ci ha dato in dono dall’alto della Croce: una figliolanza che fa intimi,
familiari con Lei e con Dio.
D. - Il santuario di Pompei è noto anche per le
sue numerose opere di carità fondate dal Beato Bartolo Longo. Qual è la situazione
in questo momento di crisi?
R. - L'impegno di carità del Beato Bartolo Longo
s'inscrive perfettamente nella grande stagione dei santi sociali dell'Ottocento italiano:
san Giovanni Bosco, san Luigi Orione, Madre Cabrini, san Giuseppe Moscati, ecc. Le
loro opere sono arrivate ai giorni nostri perché erano fondate sulla santità dei fondatori,
sulla loro consapevolezza di essere strumenti nelle mani di Dio. Quello che hanno
realizzato non era frutto di ipotesi, congetture, analisi di mercato o pianificazione,
ma era quello che Dio chiedeva loro in quel momento. Sono stati docili alla voce di
Dio ed hanno lottato per concretizzare ciò che avevano ideato. Le opere del beato
Bartolo Longo sono un perfetto esempio di carità che ha superato i confini di Pompei,
grazie al sostegno economico dei nostri benemeriti benefattori presenti in varie parti
del mondo. Nel corso degli anni è cambiato e si è evoluto il ciclo delle diverse attività,
ma non è mutato la dedizione e lo spirito con i quali si concretizza un’accoglienza
che, aprendo le porte di casa, spalanca quelle del cuore: ecco il segreto ed anche,
direi, l'asse portante delle nostre istituzioni. Anche alla carità è chiesta, in periodi
particolari, una forma di “fantasia”. Con il mutare dei tempi, cambiano anche gli
strumenti e i mezzi con cui poterla esercitare, senza farsi fermare dalla crisi. Contiamo
sulla provvidenza che non manca mai e ci industriamo per mantenere aperte ed efficienti
tutte la nostre opere.
D. - La Madonna di Pompei è nota in tutto il mondo ed
ha devoti ad ogni latitudine…
R. - La devozione alla Madonna di Pompei è diffusa
in tutto il mondo grazie soprattutto agli emigranti, ai quali, prima che si imbarcassero
dal porto di Napoli, Bartolo Longo donava quadri della Madonna, assieme a corone del
Rosario, immaginette e libretti di preghiere. Nel mondo sono nate, così, moltissime
chiese, parrocchie e santuari dedicati alla Madonna di Pompei. Non si contano, poi,
le Associazioni e le Confraternite a Lei dedicate. Negli Stati Uniti, in Canada, Brasile,
Venezuela, Uruguay, Australia, ecc. e in tutte si organizzano numerose attività per
promuovere il culto e la devozione alla Madonna. In Argentina, a Buenos Aires esiste
il quartiere Nueva Pompeya. Qui, nel 1896, fu eretto un altare, sostituito, poi, nel
1900, dal Santuario de “Nuestra Señora de Pompeya”, retto dai frati minori cappuccini.
Grazie alla nostra rivista, "Il Rosario e la Nuova Pompei", stampata in 250.000 copie
in italiano e 25.000 in inglese, poi manteniamo i rapporti con tutti i devoti della
Madonna di Pompei nel mondo. Voglio ricordare anche le Missioni Mariane del Rosario,
svolte in tutta Italia e all'Estero. In anni recenti il Quadro della Madonna Pellegrina
è tornato anche in Australia e Stati Uniti. Adesso si sta organizzando una Missione
a Malta, dove sono stato per cinque anni Nunzio Apostolico.
D. - Pompei è sinonimo
di Rosario. Qual è l'attualità di questa preghiera nell'Anno della Fede?
R.
- Il Rosario è una preghiera antica, ma sempre nuova. Proprio dieci anni fa, il Beato
Papa Giovanni Paolo II l'ha rilanciata, con la Lettera Apostolica Rosarium Virginis
Mariae, delineando la necessità di contemplare Cristo mettendosi alla scuola di Maria.
Il Santo Padre ha riproposto alla Chiesa del Terzo Millennio il Rosario come vera
scuola di preghiera, che porta i fedeli alla conoscenza del mistero cristiano. Affermava,
infatti, che “ciò che è veramente importante è che il Rosario sia sempre più concepito
e sperimentato come itinerario contemplativo”. Tale valenza contemplativa rappresenta
una novità coraggiosa: il Rosario si configura – così come Maria – anche quale mistico
pellegrinaggio verso Gesù, vero Dio e vero uomo. A duemila anni di distanza dall’Incarnazione
del Verbo, la Chiesa del XXI secolo scopre nel volto di Cristo il suo tesoro, la sua
vera gioia. L’uomo e la donna del tempo post-moderno hanno bisogno di respirare a
pieni polmoni il buon profumo di Cristo per disintossicarsi, ritemprarsi ed ossigenarsi
della genuina bellezza e bontà del Mistero! Questa preghiera dalla “fisionomia mariana,
dal cuore cristologico”, è la vera forza di Pompei e deve diventare la forza dei fedeli
di tutto il mondo, secondo l’esortazione dataci anche da Papa Benedetto XVI per l’Anno
della Fede, confermata proprio in questi giorni dai ripetuti inviti di Papa Francesco
a recitare il Rosario, soprattutto in famiglia.
D. - Papa Francesco ha subito
dichiarato la sua devozione a Maria. Come avete accolto qui a Pompei la sua elezione?
R. - Papa Francesco è un vero dono di Dio alla Sua Chiesa. Sono bastati pochi
gesti e i primissimi giorni di Pontificato per rendersi conto di una realtà che continua
a confermarsi e a consolidarsi. Stiamo vivendo un tempo non solo prezioso, ma anche
bello, con la misericordia del Signore posta al centro non solo del magistero, ma
dello stesso passaggio - pur così inedito – di pontificato tra due autentici “uomini
di Dio”. In occasione della Messa Crismale, assieme ai sacerdoti, ho inviato un messaggio
al Papa Dopo aver ricordato il forte legame tra il santuario di Pompei e la Sede di
Pietro, abbiamo assicurato a Papa Francesco la nostra fervida preghiera alla Vergine
Maria perché, con la sua materna intercessione, Lo sostenga e Lo accompagni nel Suo
servizio, che auspichiamo fecondo di opere dello Spirito per il bene della Chiesa
e dell’umanità. Infine, abbiamo espresso la speranza di una Sua visita pastorale a
Pompei, che è il Santuario del Papa, perché il Beato Bartolo Longo lo donò alla Santa
Sede.