Il card. Scola: la libertà religiosa è un'emergenza sempre più globale
“Parlare oggi di libertà religiosa significa affrontare un’emergenza sempre più globale:
guardando verso Oriente il problema si pone non di rado in termini di vera e propria
persecuzione violenta su base religiosa di tutti coloro che professano una fede diversa
da quella ufficiale’, ma anche in Occidente non mancano limitazioni, talora non di
poco conto, della libertà religiosa”. Lo ha detto il card. Angelo Scola, arcivescovo
di Milano, intervenendo al convegno internazionale “Costantino a Milano. L’editto
e la sua storia”, organizzato da oggi all’11 maggio a Milano dalla Biblioteca Ambrosiana,
dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Università degli Studi di Milano
per commemorare da un punto di vista scientifico i 1700 anni dell’Editto di Milano.
“Nei Paesi in cui domina ancora la religione di Stato, dove ancora non si è scoperto
il valore di una 'sana laicità’ - ha osservato -, tutelare la libertà religiosa significherà
primariamente incoraggiare il pluralismo religioso e l’apertura a tutte le espressioni
religiose, per esempio eliminando le legislazioni che puniscono anche penalmente la
blasfemia”. In Occidente, invece, “è urgente superare la latente diffidenza verso
il fenomeno religioso insita nell’ambiguità di alcune concezioni della laicità che
generano un clima non certo favorevole a un’autentica libertà religiosa”. Al dato
di una fragile pratica della libertà religiosa si aggiunge, secondo il cardinale,
“il tema della 'libertà religiosa’, sulla cui bontà sembrerebbe facile, a prima vista,
trovare vasto consenso, possiede in realtà un contenuto tutt’altro che ovvio e si
impiglia in un nodo in cui s’intrecciano gravi problemi”. Tra quelli che ha definito
“classici” - riferisce l'agenzia Sir - il porporato ha citato “il rapporto tra verità
oggettiva e coscienza individuale”, “la coordinazione tra comunità religiose e potere
statale” e, dal punto di vista teologico cristiano, “la questione dell’interpretazione
dell’universalità della salvezza in Cristo di fronte alla pluralità delle religioni.
Queste decisive questioni si ripresentano oggi con varianti assai cruciali”, ha sottolineato
il cardinale. Ad esempio, il “rapporto tra ricerca religiosa personale e la sua espressione
comunitaria”; il “potere dell’autorità pubblica legittimamente costituita di distinguere
una religione autentica da ciò che non lo è”; il “rapporto religioni/sette”; l’“acuto
problema della libertà di conversione”; l’“equilibrio tra libertà religiosa e pace
sociale”. “Tutti temi - ha concluso l’arcivescovo - che hanno assunto una particolare
configurazione nelle società plurali”. (R.P.)