mons. Tommaso Caputo, arcivescovo Delegato Pontificio Santuario di Pompei Il testo della
Supplica è molto coinvolgente, lirico e musicale; la sua coralità è, allo stesso tempo,
unica e unificante. È nata dal cuore di Bartolo Longo, ma in realtà, ognuno può sentirsene
l’autore, in quanto racchiude tutti i dolori e le speranze della famiglia umana e
dà voce all’amore che dalla terra si leva verso il cielo. Pregare la Madonna di Pompei
con questa preghiera significa esprimere la propria identità di figli che si rivolgono
a Lei, la Madre che Gesù ci ha dato in dono dall’alto della Croce: una figliolanza
che fa intimi, familiari con Lei e con Dio. All’udienza generale del mercoledì,
Papa Francesco ha invitato i fedeli ad unirsi “spiritualmente a questo popolare atto
di fede e di devozione, affinché per intercessione di Maria, il Signore conceda misericordia
e pace alla Chiesa e al mondo intero. (a cura di Luca Collodi)