Papa Francesco: un buon cristiano non si lamenta, ma affronta il dolore con gioia
Anche in mezzo alle tribolazioni, il cristiano non è mai triste ma testimonia sempre
la gioia di Cristo. E’ quanto affermato da Papa Francesco, durante la Messa alla Casa
Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che il “sopportare gioioso” ci fa diventare giovani.
Alla Messa, concelebrata con il cardinale Angelo Comastri e il cardinale Jorge María
Mejía, ha preso parte un gruppo di dipendenti della Fabbrica di San Pietro. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
Anche nelle
tribolazioni, i cristiani sono gioiosi e mai tristi. E’ quanto sottolineato da Papa
Francesco che ha messo l’accento sulla gioia di Paolo e Sila, chiamati ad affrontare
prigionia e persecuzioni per testimoniare il Vangelo. Erano gioiosi, ha detto, perché
seguivano Gesù nella strada della sua Passione. Una strada che il Signore percorre
con pazienza:
“Entrare in pazienza: quella è la strada che Gesù anche ci
insegna a noi cristiani. Entrare in pazienza… Questo non vuol dire essere tristi.
No, no, è un’altra cosa! Questo vuol dire sopportare, portare sulle spalle il peso
delle difficoltà, il peso delle contraddizioni, il peso delle tribolazioni. Questo
atteggiamento cristiano di sopportare: entrare in pazienza. Quello che nella Bibbia
si dice con una parola greca, ma tanto piena, la Hypomoné, sopportare
nella vita il lavoro di tutti i giorni: le contraddizioni, le tribolazioni, tutto
questo. Questi - Paolo e Sila - sopportano le tribolazioni, sopportano le umiliazioni:
Gesù le ha sopportate, è entrato in pazienza. Questo è un processo - mi permetto la
parola 'un processo' - un processo di maturità cristiana, attraverso la strada della
pazienza. Un processo da tempo, che non si fa da un giorno all’altro: si fa durante
tutta la vita per venire alla maturità cristiana. E’ come il buon vino”.
Il
Papa ha così ricordato che tanti martiri erano gioiosi, come per esempio i martiri
di Nagasaki che si aiutavano l’uno con l’altro, “aspettando il momento della morte”.
Di alcuni martiri, ha poi rammentato, si diceva che “andavano al martirio” come a
una “festa di nozze”. Questo atteggiamento del sopportare, ha aggiunto, è l’atteggiamento
normale del cristiano, ma non è un atteggiamento masochista. E’ invece un atteggiamento
che li porta “sulla strada di Gesù”:
“Quando vengono le difficoltà, anche
arrivano tante tentazioni. Per esempio il lamento: ‘Ma guardi quel che mi viene'...
un lamento. E un cristiano che continuamente si lamenta, tralascia di essere un buon
cristiano: è il signore o la signora lamentela, no? Perché sempre si lamenta di tutto,
no? Il silenzio nel sopportare, il silenzio nella pazienza. Quel silenzio di Gesù:
Gesù nella sua Passione non ha parlato di più, soltanto due o tre parole necessarie…
Ma anche non è un silenzio triste: il silenzio del sopportare la Croce non è un silenzio
triste. E’ doloroso, tante volte molto doloroso, ma non è triste. Il cuore è in pace.
Paolo e Sila pregavano in pace. Avevano dolori, perché si dice che poi il Signore
del carcere ha lavato le piaghe - avevano piaghe - ma sopportavano in pace. Questo
cammino di sopportare ci fa approfondire la pace cristiana, ci fa forti in Gesù”.
Ecco
che allora il cristiano è chiamato a sopportare come Gesù ha fatto, “senza lamentele,
sopportare in pace”. E, ha detto ancora Papa Francesco, questo “andare in pazienza,
rinnova la nostra giovinezza e ci fa più giovani”:
“Il paziente è quello
che, alla lunga, è più giovane! Pensiamo a quegli anziani e anziane nella casa del
riposo, a quelli che hanno sopportato tanto nella vita: guardiamo gli occhi, occhi
giovani, hanno uno spirito giovane e una rinnovata giovinezza. E a questo ci invita
il Signore: a questa rinnovata giovinezza pasquale per il cammino dell’amore, della
pazienza, del sopportare le tribolazioni e anche - mi permetto di dire - di sopportarci
l’uno l’altro. Perché questo dobbiamo farlo anche con carità e con amore, perché se
io devo sopportare te, sono sicuro che tu mi sopporti a me e così andiamo avanti nel
cammino della strada di Gesù. Chiediamo al Signore la grazia di questo sopportare
cristiano che ci dà la pace, di questo sopportare col cuore, di questo sopportare
gioioso per diventare sempre più giovani, come il buon vino: più giovani con questa
rinnovata gioventù pasquale dello spirito. Così sia”.