Mons. Becciu: le Guardie Svizzere eredi di una grande tradizione di amore alla Chiesa
Eredi di un particolarissimo spirito di servizio ed emulatori di un’antica audacia.
Queste sono le Guardie Svizzere Pontificie e mons. Angelo Becciu, sostituto della
Segreteria di Stato, lo ha sottolineato a chiare lettere lunedì mattina nel presiedere
la commemorazione del sacrificio delle 147 Guardie Svizzere che nel 1527 caddero in
difesa del Papa durante il Sacco di Roma. Siete “eredi di una grande tradizione di
amore alla Chiesa e alla Santa Sede. È vostro compito continuare su questa strada”,
ha affermato mons. Becciu, invitando le nuove reclute – secondo quanto riferito da
L’Osservatore Romano – a inserirsi “in questa ininterrotta scia, che – ha indicato
– vi richiama al vostro particolare e responsabile servizio nei confronti del Sommo
Pontefice”. Con il giuramento, ha soggiunto ancora il presule, “vi impegnate ad assumere
un compito profondamente cristiano, in quanto siete chiamati a dare testimonianza
della vostra fede di fronte alle tante persone, pellegrini e turisti, che ogni giorno
vengono in Vaticano”.
Nel pomeriggio, poi, si è svolto il giuramento delle
35 Guardie Svizzere, spostato a causa del maltempo dalla tradizionale collocazione
del Cortile di S. Damaso nell’Aula Paolo VI. I soldati pontifici hanno giurato alzando
la mano destra nel segno della Trinità e poggiando la sinistra sull’asta della bandiera,
nelle tre lingue ufficiali: tedesco, francese e italiano. Alla cerimonia, oltre alle
autorità vaticane e del Corpo militare pontificio, hanno preso parte tra gli altri
il presidente della Confederazione elvetica, Ueli Maurer, e l’ambasciatore svizzero
presso la Santa Sede, Paul Widmer.