“Il Figlio di Dio si è fatto uomo per farci Dio”: è uno dei pensieri di sant’Atanasio
che il Catechismo della Chiesa Cattolica richiama nelle pagine dedicate all'Incarnazione.
Mistero sul quale si concentra la 25.ma puntata del ciclo di riflessioni del gesuita,
padre Dariusz Kowalczyk, ideato a 20 anni dalla pubblicazione del Catechismo:
La frase “Dio
si è fatto uomo” contiene l’essenza della fede cristiana. E necessario precisare però
che fu il Verbo, la seconda persona della Trinità, che “si fece carne” (Gv 1,14).
L’incarnazione consiste – come leggiamo nel Catechismo – nel fatto che “il Figlio
di Dio abbia assunto una natura umana per realizzare in essa la nostra salvezza” (n.
461). In questo modo Dio si mise accanto a noi nella storia umana, e allo stesso tempo
– nella persona del Padre – trascende tutto il creato; Dio invece è presente e agisce
dall’interno della creazione, nell’intimità dell’uomo nella persona dello Spirito.
L’incarnazione non è un qualche teatrino. Dio non mette una maschera con il
volto umano per compiere dei gesti teatrali. La Chiesa professa che Gesù Cristo si
fece veramente uomo pur rimanendo veramente Dio. “L’incarnazione del Figlio di Dio
non significa – afferma il Catechismo – che Gesù Cristo sia in parte Dio e in parte
uomo, né che sia il risultato di una confusa mescolanza di divino e di umano” (n.
464). I Concili Ecumenici ci insegnano che il Figlio incarnato è una persona divina
con due nature: divina ed umana.
Ma perché l’incarnazione? Abbiamo già detto
che Dio si fece uomo per la nostra salvezza. Bisogna notare però che la salvezza non
può essere ridotta ad un qualche decreto esterno, ma si compie nella relazione reale
ed eterna di Dio con l’uomo vivo. Questa relazione ci fu rivelata e ci fu donata proprio
nell’incarnazione. In Gesù l’umanità viene unita con la divinità senza però costituire
un miscuglio di entrambi. Dio si fece uomo, affinché l’uomo possa partecipare alla
vita della Trinità per sempre. Il Catechismo cita sant’Atanasio: “Il Figlio di Dio
si è fatto uomo per farci Dio” (n. 460). Se Dio poteva diventare veramente uomo, noi
potremo essere divinizzati.