Elezioni in Malaysia: vittoria di misura del governo. Accusa di brogli dall’opposizione
La coalizione di governo ha vinto le elezioni politiche in Malaysia con una maggioranza
risicata, sufficiente però a confermare una permanenza al potere che dura da 56 anni.
Il leader dell'opposizione Anwar Ibrahim - riporta l'agenzia AsiaNews - denuncia brogli
diffusi e sembra intenzionato a contestare la legittimità del voto. Secondo i risultati
forniti dalla Commissione elettorale, il partito del premier Najib Razak Barisan Nasional
(Bn, Fronte nazionale) ha ottenuto un totale di 133 seggi sui 222 in palio, il peggior
risultato nella sua storia. Di contro, il movimento di opposizione - formato da tre
diversi partiti - ha conquistato 89 seggi, sette in più del precedente Parlamento.
Si tratta della 13ma vittoria consecutiva per il Fronte nazionale alle elezioni generali,
dalla conquista dell'indipendenza dalla Gran Bretagna raggiunta nel 1957. La Commissione
elettorale riferisce che ha votato l'80% degli aventi diritto, pari a oltre 10 milioni
di persone su un totale di 13 milioni registrati. Poco dopo l'annuncio ufficiale della
conferma del partito di governo, migliaia di elettori vicini all'opposizione hanno
cambiato la propria immagine sui social network, sostituendola con un francobollo
nero in segno di protesta per (presunti) brogli e irregolarità. Di contro, i mercati
hanno reagito in modo positivo alla conferma del governo uscente con una spinta verso
l'alto pari a 6,8 punti percentuali. Anche la locale moneta, il tinggit, ha toccato
il valore massimo degli ultimi 10 mesi. Alla notizia della vittoria, il premier Najib
(59 anni) ha invitato tutti i malaysiani ad accettare l'esito delle urne, pur prevedendo
che nei prossimi mesi lo aspetterà un "duro lavoro". Fra gli obiettivi primari un
programma di "riconciliazione nazionale", che punterà soprattutto a riconquistare
il consenso degli abitanti di etnia cinese, i quali hanno votato in massa per l'opposizione.
Un segno di protesta verso le politiche governative, che hanno privilegiato i cittadini
di malay. Lancia accuse di brogli e irregolarità il leader dell'opposizione Anwar,
rientrato sulla scena politica nei mesi scorsi dopo un lungo periodo costellato da
problemi giudiziari che lo hanno portato anche a processo con l'accusa di sodomia.
Egli parla di voto "fraudolento" e di "fallimento" della Commissione elettorale che
non ha saputo garantirne la regolarità. Vi sono inoltre denunce di attacchi e minacce
ai media indipendenti del Paese, in una realtà in cui giornali e tv tradizionali sono
saldamente nelle mani dei partiti di governo. Nelle scorse settimane personalità cattoliche
interpellate da AsiaNews hanno confermato il quadro di incertezza politica, in un
Paese in cui nazionalismo e identità islamica sono tuttora tematiche "più forti dell'economia".
In previsione del voto, si era ipotizzato come scenario più probabile la vittoria
dell'esecutivo uscente "pur con un margine minimo", grazie anche alle tematiche legate
"alla conservazione della razza Malay" usata dal governo come mezzo per attirare il
consenso delle masse. (R.P.)