Centrafrica: appello dei vescovi contro le violenze dei ribelli Seleka
“Mai più questo, no all’impunità”. È il titolo della lettera inviata al nuovo Presidente
centrafricano, Michel Am-Nondroko Djotodia, dai tre vescovi della diocesi metropolita
di Bangui: mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui; mons. Nestor Désiré
Nongo Aziagbia, vescovo di Bossangoa; mons. Cyr Nestor Yapaupa, vescovo di Alindao.
“In vicinanza con il popolo che soffre e spinto dalla sollecitudine pastorale” i vescovi
“con umiltà” propongo al Presidente alcune proposte per far uscire la Repubblica Centrafricana,
dalla crisi iniziata lo scorso dicembre e che continua anche dopo la conquista di
Bangui dai ribelli della coalizione Seleka, la cacciata dell’ex Presidente François
Bozizé e l’instaurazione del nuovo regime. I vescovi - riferisce l'agenzia Fides -
criticano la logica di guerra, che ha condotto all’attuale situazione (pur riconoscendo
come vere alcune rivendicazioni avanzata dai ribelli: povertà, mancanza di acqua e
di elettricità), e denunciano le violenze commesse contro la popolazione da parte
dei membri di Seleka: torture; violenze sessuali contro donne e ragazze (alcune delle
quali si sono suicidate); arruolamento di bambini soldato; sfollamento della popolazione;
saccheggi di edifici pubblici, ospedali, scuole. “I centrafricani sono ormai considerati
come bestie da soma che bisogna inseguire e uccidere impunemente” affermano i tre
presuli. “Quali sono le vere intenzioni di Seleka nei nostri confronti?” chiedono
infine i vescovi sottolineando che nelle zone occupate dal movimento ribelle (costituito
in gran parte da musulmani stranieri) la popolazione cristiana e le comunità ecclesiali
sono state sistematicamente saccheggiate mentre le famiglie musulmane sono state risparmiate.
I vescovi domandano al nuovo Presidente di denunciare le violenze di Seleka, di avviare
un processo di disarmo, di rimpatriare i beni rubati trasferiti in Ciad e Sudan, e
di indennizzare la Chiesa per tutte le proprietà “rubate, saccheggiate o vandalizzate”.
(R.P.)