Siria. Nuovo raid israeliano. Per Damasco è "una dichiarazione di guerra"
Sale la tensione nella crisi siriana dopo l’attacco aereo ad un centro di ricerche
militari a nord di Damasco che, come hanno confermato fonti israeliane ancora anonime,
è stato compiuto dall’aviazione di Tel Aviv. Secondo il governo di Damasco, si tratta
di “una dichiarazione di guerra”, mentre la Lega Araba ha fatto appello alle Nazioni
Unite. Il servizio di Davide Maggiore:
“L’attacco apre
la strada a tutte le possibilità”, ha detto il ministro dell’Informazione siriano
Mahmud al-Zubi. Anche il viceministro degli Esteri ha dichiarato che Damasco potrebbe
effettuare ritorsioni, “con i suoi modi e i suoi tempi”. Israele ha fatto disporre
batterie anti-aeree nel Nord e chiuso lo spazio aereo della zona ai voli civili, mentre
una tv di Beirut vicina all’Iran e al movimento libanese Hezbollah riferisce di missili
siriani puntati contro Israele. Intanto l’Iran ha negato che l’obiettivo del raid
israeliano fossero proprie armi dirette appunto ad Hezbollah. Teheran si è però detta
pronta ad “addestrare” - se necessario - l’esercito di Damasco, senza prendere parte
a operazioni militari. L’Iran ha anche chiesto ai paesi arabi di “essere uniti”, parlando
di “aggressione”, così come l’Egitto. Il segretario generale della Lega Araba, Nabil
el-Araby ha definito gli attacchi israeliani una violazione di sovranità, chiedendo
all’Onu di fermarli. Da parte sua il presidente americano Obama aveva già detto che
gli israeliani “devono proteggersi contro il trasferimento di armi sofisticate” ad
organizzazioni come Hezbollah.