Siria: nuovo attacco aereo israeliano a nord di Damasco
In Siria, un attacco aereo israeliano ha colpito un centro di ricerche militari a
Nord di Damasco. Secondo fonti israeliane ancora anonime, l’obiettivo era un rifornimento
di missili destinato al movimento libanese Hezbollah. Si tratta del secondo attacco
di questo genere in pochi giorni. Intanto potrebbero essere oltre 100 le vittime del
massacro avvenuto nella località di Banìas, di cui sono accusate le milizie fedeli
al presidente siriano Assad. Il servizio di Davide Maggiore:
Una notte di
esplosioni: così numerosi testimoni locali descrivono il raid su Damasco. Il premier
israeliano Netanyahu ha ribadito “il grande impegno delle autorità nell’assicurare
la sicurezza di Israele” senza fare riferimenti specifici e ha convocato una riunione
di alto livello sulla sicurezza. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha
affermato che gli israeliani “devono proteggersi contro il trasferimento di armi sofisticate”
ad organizzazioni come Hezbollah. E mentre Israele ha dispiegato alcune batterie anti-aeree
nel Nord e ha negato che un suo aereo sia stato abbattuto a Damasco, le autorità iraniane
hanno condannato l’accaduto. Teheran ha chiesto ai Paesi della regione di “rimanere
uniti” contro quella che ha definito “un’aggressione”. Un alto comandante militare
iraniano ha poi affermato che “se necessario” Teheran è pronta “ad addestrare” l’esercito
siriano. Anche in questo caso, però, le forze iraniane “non prenderebbero parte alle
operazioni” militari. L’attenzione internazionale, intanto, va anche alla regione
di Banìas: attivisti dell’opposizione rendono noto che tra le vittime vi sono anche
donne, bambini e anziani. Gli Stati Uniti si sono detti “inorriditi” dall’accaduto,
che ha spinto centinaia di persone a cercare la fuga verso sud, a Tartus.