Messa di Papa Francesco per le Confraternite - Testo integrale dell'omelia
Una distesa di ombrelli di tutti i colori e poi di stendardi e vessilli che riempie
piazza San Pietro e si allunga per via della Conciliazione: è il suggestivo colpo
d’occhio offerto dalle decine di migliaia di fratelli e sorelle, membri delle più
varie Confraternite, radunati questa mattina per partecipare alla Messa celebrata
da Papa Francesco. Ecco le sue parole pronunciate all'omelia: Cari fratelli e
sorelle, siete stati coraggiosi di venire con questa pioggia… Il Signore vi benedica
tanto! Nel cammino dell'Anno della fede, sono contento di celebrare questa Eucaristia
dedicata in modo speciale alle Confraternite: una realtà tradizionale nella Chiesa,
che ha conosciuto in tempi recenti un rinnovamento e una riscoperta. Vi saluto tutti
con affetto, in particolare le Confraternite venute da varie parti del mondo! Grazie
per la vostra presenza e la vostra testimonianza!
Nel Vangelo abbiamo ascoltato
un brano dei discorsi di addio di Gesù, riportati dall'evangelista Giovanni nel contesto
dell'ultima Cena. Gesù confida agli Apostoli i suoi ultimi pensieri, come un testamento
spirituale, prima di lasciarli. Il testo di oggi insiste sul fatto che la fede cristiana
è tutta incentrata sul rapporto con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Chi ama
il Signore Gesù accoglie in sé Lui e il Padre e grazie allo Spirito Santo accoglie
nel proprio cuore e nella propria vita il Vangelo. Qui ci è indicato il centro da
cui tutto deve partire e a cui tutto deve condurre: amare Dio, essere discepoli di
Cristo vivendo il Vangelo. Benedetto XVI rivolgendosi a voi, ha usato questa parola:
evangelicità. Care Confraternite, la pietà popolare, di cui voi siete un’importante
manifestazione è un tesoro che la Chiesa e che i Vescovi latinoamericani hanno definito,
in modo significativo, come una spiritualità, una mistica, che è uno «spazio di incontro
con Gesù Cristo». Attingete sempre a Cristo, sorgente inesauribile, rafforzate la
vostra fede, curando la formazione spirituale, la preghiera personale e comunitaria,
la liturgia. Nei secoli le Confraternite sono state fucine di santità di tanta gente
che ha vissuto con semplicità un rapporto intenso con il Signore. Camminate con decisione
verso la santità; non accontentatevi di una vita cristiana mediocre, ma la vostra
appartenenza sia di stimolo, anzitutto per voi, ad amare di più Gesù Cristo.
Anche
il brano degli Atti degli Apostoli che abbiamo ascoltato ci parla di ciò che è essenziale.
Nella Chiesa nascente ci fu subito bisogno di discernere ciò che eraessenziale
per essere cristiani, per seguire Cristo, e che cosa non lo è. Gli Apostoli e gli
altri anziani fecero una riunione importante a Gerusalemme, un primo "concilio", su
questo tema, per i problemi che erano nati dopo che il Vangelo era stato annunciato
ai pagani, ai non ebrei. Quella fu un'occasione provvidenziale per capire meglio che
cosa è essenziale, cioè credere in Gesù Cristo morto e risorto per i nostri peccati,
e amarsi come Lui ci ha amati. Ma notate come le difficoltà furono superate non al
di fuori, ma nella Chiesa. E qui c’è un secondo elemento che vorrei richiamarvi, come
fece Benedetto XVI, e cioè l’ecclesialità. La pietà popolare è una strada che porta
all’essenziale se è vissuta nella Chiesa in profonda comunione con i vostri Pastori.
Cari fratelli e sorelle, la Chiesa vi vuole bene! Siate una presenza attiva nella
comunità come cellule vive, pietre viventi. I Vescovi latinoamericani hanno scritto
che la pietà popolare di cui siete espressione è «una modalità legittima di vivere
la fede, un modo di sentirsi parte della Chiesa» (Documento di Aparecida, 264). E’
bello questo, eh? Una modalità legittima di vivere la fede, un modo di sentirsi parte
della Chiesa.Amate la Chiesa! Lasciatevi guidare da essa! Nelle parrocchie,
nelle diocesi, siate un vero polmone di fede e di vita cristiana. Un’aria fresca…
In questa Piazza vedo una grande varietà prima di ombrelli e adesso di colori e di
segni. Così è la Chiesa: una grande ricchezza e varietà di espressioni in cui tutto
è ricondotto all’unità, la varietà ricondotta all’unità e l’unità è all’incontro con
Cristo.
Vorrei aggiungere una terza parola che vi deve caratterizzare: missionarietà.
Voi avete una missione specifica e importante, che è quella di tenere vivo il rapporto
tra la fede e le culture dei popoli a cui appartenete, e lo fate attraverso la pietà
popolare. Quando, ad esempio, voi portate in processione il Crocifisso con tanta venerazione
e tanto amore al Signore, non fate un semplice atto esteriore; voi indicate la centralità
del Mistero Pasquale del Signore, della sua Passione, Morte e Risurrezione, che ci
ha redenti, e indicate a voi stessi per primi e alla comunità che bisogna seguire
Cristo nel cammino concreto della vita perché ci trasformi. Ugualmente quando manifestate
la profonda devozione per la Vergine Maria, voi indicate la più alta realizzazione
dell’esistenza cristiana, Colei che per la sua fede e la sua obbedienza alla volontà
di Dio, come pure per la sua meditazione della Parola e delle azioni di Gesù, è la
discepola perfetta del Signore (cfr Lumen gentium, 53). Questa fede, che nasce dall'ascolto
della Parola di Dio, voi la manifestate in forme che coinvolgono i sensi, gli affetti,
i simboli delle diverse culture... E così facendo aiutate a trasmetterla alla gente,
e specialmente alle persone semplici, a coloro che nel Vangelo Gesù chiama «i piccoli».
In effetti, «il camminare insieme verso i santuari e la partecipazione ad altre manifestazioni
della pietà popolare, portando con sé anche i figli e coinvolgendo altre persone,
è in se stesso un'azione di evangelizzazione» (Documento di Aparecida, 264). Quando
voi andate ai santuari, quando portare la famiglia, i vostri figli, voi state facendo
proprio un’azione di evangelizzazione. Bisogna andare avanti così! Siate anche voi
veri evangelizzatori! Le vostre iniziative siano dei “ponti”, delle vie per portare
a Cristo, per camminare con Lui. E in questo spirito siate sempre attenti alla carità.
Ogni cristiano e ogni comunità è missionaria nella misura in cui porta e vive il Vangelo
e testimonia l’amore di Dio verso tutti, specialmente verso chi si trova in difficoltà.
Siate missionari dell’amore e della tenerezza di Dio! Siate missionari della Misericordia
di Dio, che sempre ci perdona, sempre ci aspetta… Ci ama tanto!
Evangelicità,
ecclesialità, missionarietà. Tre parole, non dimenticarle: evangelicità, ecclesialità,
missionarietà. Chiediamo al Signore che orienti sempre la nostra mente e il nostro
cuore verso di Lui, come pietre vive della Chiesa, perché ogni nostra attività, tutta
la nostra vita cristiana sia una testimonianza luminosa della sua misericordia e del
suo amore. E così cammineremo verso la meta del nostro pellegrinaggio terreno, verso
quel santuario tanto bello, la Gerusalemme del Cielo. Là non c’è più alcun tempio:
Dio stesso e l’Agnello sono il suo tempio; e la luce del sole e della luna cedono
il posto alla gloria dell’Altissimo. Così sia.