Il Papa: siate miti e umili per vincere l'odio del mondo
Rimaniamo sempre miti e umili per sconfiggere le lusinghe e l'odio del mondo. E’ quanto
affermato da Papa Francesco nella Messa celebrata nella Casa Santa Marta. Nell’omelia,
il Papa ha ribadito che la strada dei cristiani è la strada di Gesù e per questo non
dobbiamo avere paura di essere perseguitati. Alla Messa - concelebrata da mons. Lorenzo
Baldisseri, segretario della Congregazione per i Vescovi – ha preso parte un gruppo
di Guardie Svizzere Pontificie alle quali il Papa ha dedicato un saluto di affetto
e gratitudine. “La Chiesa – ha detto – vi vuole tanto bene” e “anche io”. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
Sono l’umiltà
e la mitezza le armi che abbiamo per difenderci dall'odio del mondo. E’ quanto sottolineato
da Papa Francesco che ha incentrato la sua omelia sulla lotta tra l’amore di Cristo
e l’odio del principe del mondo. Il Signore, ha ricordato, ci dice di non spaventarci
perché il mondo ci odierà come ha odiato Lui:
“La strada dei cristiani è
la strada di Gesù. Se noi vogliamo essere seguaci di Gesù, non c’è un’altra strada:
quella che Lui ha segnato. E una delle conseguenze di questo è l’odio, è l’odio del
mondo, e anche del principe di questo mondo. Il mondo amerebbe ciò che è suo. ‘Vi
ho scelti io, dal mondo’: è stato Lui proprio che ci ha riscattato dal mondo, ci ha
scelti: pura grazia! Con la sua morte, con la sua resurrezione, ci ha riscattati dal
potere del mondo, dal potere del diavolo, dal potere del principe di questo mondo.
E l’origine dell’odio è questa: siamo salvati. E quel principe che non vuole, che
non vuole che noi siamo stati salvati, odia”.
Ecco allora che l’odio e
la persecuzione dai primi tempi della Chiesa arrivano fino ad oggi. Ci sono “tante
comunità cristiane perseguitate nel mondo – ha constatato con amarezza il Papa – in
questo tempo più che nei primi tempi: oggi, adesso, in questo giorno e in questa ora”.
Perché questo, si chiede ancora il Papa? Perché “lo spirito del mondo odia”. E da
questo deriva un ammonimento sempre attuale:
“Con il principe di questo
mondo non si può dialogare: e questo sia chiaro! Oggi il dialogo è necessario fra
noi, è necessario per la pace. Il dialogo è un’abitudine, è proprio un atteggiamento
che noi dobbiamo avere tra noi per sentirci, capirci … ma quello deve mantenere sempre.
Il dialogo nasce dalla carità, dall’amore. Ma con quel principe
non si può dialogare: soltanto rispondere con la Parola di Dio che ci difende, perché
il mondo ci odia. E come ha fatto con Gesù, farà con noi. ‘Ma, guarda, fai questo,
una piccola truffa … non c’è niente, è piccola …’, e incomincia a portarci su una
strada un po’ non giusta. Questa è una pia bugia: ‘Fallo, fallo, fallo: non c’è problema’,
e incomincia da poco, sempre, no? E: ‘Ma … tu sei bravo, tu sei bravo: puoi farlo’.
E’ lusinghiero, e con le lusinghe ci ammorbidisce. Fa così. E poi, noi cadiamo nella
trappola”.
Il Signore, ha proseguito Papa Francesco, ci chiede di rimanere
pecorelle, perché se uno lascia di essere pecorella, allora non si ha “un pastore
che ti difenda e cadi nelle mani di questi lupi”:
“Voi potete fare la domanda:
‘Padre, qual è l’arma per difendersi da queste seduzioni, da
questi fuochi d’artificio che fa il principe di questo mondo?, da queste lusinghe?’.
L’arma è la stessa arma di Gesù: la Parola di Dio - non dialogare - ma sempre la Parola
di Dio e poi l’umiltà e la mitezza. Pensiamo a Gesù, quando gli danno quello schiaffo:
che umiltà, che mitezza! Poteva insultarlo, no? Soltanto una domanda, mite e umile.
Pensiamo a Gesù nella sua Passione. Il suo Profeta dice: ‘Come una pecora che va al
mattatoio’. Non grida, niente: l’umiltà. Umiltà e mitezza. Queste sono le armi che
il principe del mondo e lo spirito del mondo non tollera, perché le sue proposte sono
proposte di potere mondano, proposte di vanità, proposte di ricchezze male acquisite,
sono proposte così”.
Oggi, ha proseguito, “Gesù ci fa pensare a quest’odio
che ha il mondo contro di noi, contro i seguaci di Gesù”. Ci odia, ha riaffermato,
“perché Lui ci ha salvati, ci ha riscattati”. E pensiamo alle “armi per difenderci”,
ha aggiunto: rimanere sempre pecorelle, “perché così abbiamo un pastore, ed essendo
pecorelle siamo miti e umili”. Infine, l’invocazione alla Madonna affinché “ci aiuti
a diventare umili e miti nella strada di Gesù”.