2013-05-03 16:03:03

Viterbo, feto in un cassonetto. Cav: tutele a chi partorisce in anonimato


Shock e rammarico per l’abbandono di un feto di sette mesi a Viterbo. Il corpo della piccola è stato ritrovato senza vita ieri sera in un cassonetto del centro storico. Fermata la madre, una giovane rumena di 24 anni, che si era presentata all'ospedale di Belcolle con un'emorragia in atto. Si tratta dell’ennesima tragedia che poteva essere evitata, anche grazie alle leggi che tutelano il parto in anonimato. Marco Guerra ne ha parlato con la dott.ssa Maria Fanti, responsabile del Centro di aiuto alla vita di Viterbo:RealAudioMP3

R. – Il brivido che mi è corso nelle membra è perché ci ritroviamo, ancora una volta, con una creatura gettata tra i rifiuti. C’è un senso d’impotenza nel non poter raggiungere queste mamme, spesso nella paura, nella solitudine, nell’ignoranza, che non sanno che esistono realtà che potrebbero aiutarle, tutelarle, sotto ogni punto di vista, anche per quanto riguarda i servizi sanitari. Pare che questa bimba sia nata con un parto prematuro: bastava andare in ospedale e la donna sarebbe stata accudita e forse la bimba si sarebbe anche salvata. Quindi, si ignora che esistono delle leggi in Italia che permettono l’assistenza anche a chi è clandestino.

D. – Dunque, era una tragedia evitabile. Che difficoltà affrontate sul terreno a raggiungere certe categorie di persone?

R. – Ogni volta l’approccio con una donna, con una mamma è sempre nel pieno rispetto di chi abbiamo davanti. Braccia aperte e massima accoglienza, ascolto e proposte di aiuti concreti a favore di queste donne, che hanno difficoltà. Le difficoltà le troviamo eventualmente nel raggiungerle. Per esempio, molte da noi arrivano con il passaparola: chi è stato aiutato, chi ha ricevuto accoglienza – un ascolto, un abbraccio – indirizza a noi l’amica che si trova in difficoltà, la persona che potrebbe avere bisogno. Il fatto, però, è avvenuto, fuori Porta del Carmine, il quartiere del centro storico a pochi passi dalla Casa di accoglienza, nata 12 anni fa proprio per aiutare le mamme in difficoltà. Per la Giornata per la vita, ad esempio, noi distribuiamo più di 10 mila volantini. Quello che lamentiamo è che comunque, sia nei reparti dell’ospedale, dove è possibile per queste donne poter accedere e trovare i numeri di telefono, ma anche nello stesso consultorio, il nostro materiale viene gettato via, eliminato.

D. – E’ come se fosse diventato politicamente scorretto parlare del dramma dell’aborto e della possibilità di scegliere per la vita...

R. – Esatto. Sono state fatte delle considerazioni recentemente sul fatto che dovrebbero nascere meno figli a causa della crisi economica. Ma economisti di fama mondiale hanno riconosciuto che la crisi economica nasce da una crisi demografica, per cui il tema dell’ultima Giornata per la vita è proprio “generare la vita, riduce la crisi, supera la crisi”. C’è un disprezzo diffuso per la vita, tanto che il cucciolo dell’uomo vale ancor meno di un cucciolo d’animale. Mi vengono i brividi al pensiero che quanto accaduto a Viterbo sia stato scoperto, ma chissà quanti altri bambini finiscono nell’inceneritore con il beneplacito di tutti: perché l’importante è non vedere. Vorrei ci fosse una maggiore pubblicità al parto in anonimato, che si facciano conoscere le nostre associazioni di volontariato, che ci sia una degna sepoltura per le vittime dell’aborto e che le donne proprio per questo non vengano lasciate sole.







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