2013-05-03 10:53:01

Viaggio nella cantata da camera del Barocco italiano


Dal 6 maggio, nei consueti orari di Focus On (1° canale ore 16.30-5°canale ore 21), inizia il secondo ciclo di appuntamenti curato da Tiziana Affortunato alla scoperta della cantata da camera. Del genere musicale nato agli albori del Seicento negli stessi anni e negli stessi luoghi che videro crescere la stupefacente e tutta italiana magia dell’opera lirica, abbiamo scoperto insieme la straordinaria capacità di avvolgere l’ascoltatore in un teatro immaginario, dove il gesto drammatico e scenicamente incisivo è sostituito dalle infinite sfumature emozionali affidate quasi sempre a un ensemble estremamente ridotto, una voce sola accompagnata da basso continuo. Abbiamo ascoltato come in un’era pre-psicologica, quale quella del XVII secolo, le mille gradazioni del sentimento amoroso, dalle vette dell’estasi alle valli del suo tormento, sono esplorate e offerte all’ascoltatore colto, raffinato, che popolava le corti dell’epoca, in grado di recepire nella circolarità elitaria di questi giochi accademici anche e soprattutto i contenuti celati, i riferimenti testuali nascosti e dissimulati tra le righe di una poesia per musica solo apparentemente dozzinale. La cantata da camera è anche per l’epoca un mezzo di lusinga del potere, attraverso i riferimenti più o meno espliciti ai regnanti; è ancora narrazione di coevi eventi storici e bellici nei lamenti, dove la tirannia dei potenti è controbilanciata dal dolore dei vinti; è mite e incantata scena notturna, nelle serenate. Era arrivato qui il nostro percorso, a sollevare il velo dei caleidoscopici significati musicali e tematici di questo genere: e da qui proseguiamo, nello stupore di un mondo sonoro talmente conscio dei suoi limiti da ironizzare su di essi, come nelle irresistibili cantate satiriche. In questi brani, in largo anticipo rispetto al motto del Falstaff verdiano del ‘tutto nel mondo è burla’, tutto è svelato come esercizio retorico fine a se stesso, l’amore sofferto coma la sua messa in ridicolo, la musica stessa con i capricci dei cantanti. SI tratta di un’ilarità caustica e mordace, inconsueta e scomoda, che capovolge l’afflato sentimentale della lirica petrarchista ed è ancora molto lontana dall’espressione dell’io romantico. In un’epoca in cui tutto è eccessivo, anche la dimensione spirituale non si sottrae alla ricerca inquieta e dolente di un senso dell’essere che appare smarrito, non più teocentrico come nel Medioevo e ne’ antropocentrico come nel Rinascimento: attraverso le cantate spirituali scopriremo una condizione esistenziale punitiva e tormentata. Le ultime due puntate di questo ciclo saranno dedicate a un ascolto ‘proibito’, fatto di musica in-audita perché composta da donne: in un’epoca che teorizzava l’inferiorità femminile, e in un campo artistico di stretto predominio maschile, nelle corti e nei monasteri musiciste e compositrici raffinate sfidavano pregiudizi inestirpabili e addirittura la Chiesa pur di esprimersi in musica. Abbiamo ‘interpellato’ solo alcune di queste donne, poetesse e autrici di musica vocale che incanta per rigore formale e passione comunicativa. Donne lontane nel tempo eppure prossime alla donna contemporanea, forti e fragili, sottomesse ma consapevoli, coraggiose e indimenticabili.







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