2013-05-03 15:26:56

Tour di Obama in Messico e Costa Rica: impegno a lotta contro narcotraffico


E’ atteso in Costa Rica il presidente americano Obama dove prenderà parte al vertice del Sica, Sistema di Integrazione centramericana, in programma fino a domani a San Josè. Un summit che è stato preceduto dalla tappa messicana di Obama nella quale ha portato all’attenzione del suo omologo Nieto i temi dell’immigrazione clandestina e la lotta ai cartelli della droga. Al centro dei colloqui con il suo omologo Nieto i temi dell’immigrazione clandestina e la lotta ai cartelli della droga. Secondo recenti studi, dal Centramerica arriverebbe il 90% della cocaina distribuita negli Stati Uniti. In proposito, Benedetta Capelli ha intervistato Andrea Amato, ed autore del libro: “L'impero della cocaina. Dalla Colombia all'Italia fino agli Stati Uniti: viaggio in presa diretta nel traffico dell'oro bianco”, edito da Newton Compton:RealAudioMP3

R. - Negli ultimi 12 anni di governi di destra, in Messico, le frontiere sono state abbastanza dei colabrodo - dal mio punta di vista - sia in entrata che in uscita per traffici illeciti ma anche per traffici regolari. Con l’elezione di Nieto, cioè di un nazionalista, questa tendenza dovrebbe cambiare ed è per questo motivo che Obama si è recato subito in Messico per incontrarlo e per stipulare degli accordi bilaterali. Il tema del narcotraffico è ovviamente centrale per gli Stati Uniti: si parla di investimenti per la lotta al narcotraffico, da parte di Obama, per un miliardo di dollari.

D. - Tra l’altro il Messico è il terzo partner commerciale degli Stati Uniti, con scambi che ammontano addirittura a 500 miliardi di dollari l’anno…

R. - C’è un legame politico molto forte tra Barack Obama e il Messico: Obama, sia nella prima ma soprattutto in questa seconda rielezione, ce l’ha fatta soprattutto grazie ai voti degli immigrati messicani negli Stati Uniti. Negli Stati del Sud, tradizionalmente conservatori e repubblicani come New Mexico, Texas e California, Obama ce l'ha fatta soprattutto grazie ai voti messicani. Questi incontri bilaterali tendono soprattutto a implementare uno sviluppo economico nel Messico: fino ad oggi il Messico è stato quasi un Stato satellite statunitense, dove gli Stati Uniti hanno principalmente preso risorse. Questo incontro ha messo invece le basi per un rapporto più alla pari tra Messico e Stati Uniti, quindi si è puntato sullo sviluppo economico ma anche e soprattutto culturale, con un occhio di riguardo all’istruzione, allo sviluppo educativo del Messico per poter così dare futuro al Paese.

D. - Uno degli obiettivi di questo tour di Obama in America centrale è anche quello di capire un po’ meglio qual è la collaborazione sul fronte dell’immigrazione, perché gli Stati Uniti sono pronti a varare la riforma, che riguarderà addirittura 11 milioni di “latinos”…

R. - Obama ha ben chiaro il peso dei voti degli immigrati messicani, ma soprattutto ha anche ben chiara la loro forza produttiva. Inoltre, gli Stati Uniti hanno ancora delle politiche di integrazione e di sviluppo sugli immigrati e quindi il tema dell’immigrazione è ben chiaro a Obama sia politicamente che economicamente.

D. - Ma le misure di contrasto all’immigrazione clandestina sono state efficaci fino ad oggi oppure no?

R. - No, fino ad oggi tutto era molto, molto blando. Anche il muro eretto al confine con Texas era più simbolico che non effettivo ed efficace. Per questo negli ultraconservatori degli Stati del Sud, sono nate le famigerate ronde e gli squadroni della morte che si facevano giustizia da soli. La novità della politica di Obama in questo secondo mandato è sull’integrazione e quindi prendere atto che fermare il flusso immigratorio da Sud verso Nord è impossibile: si può controllarlo dal punto di vista della criminalità, ma deve poi essere integrato sul suolo americano.







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