Papa Francesco accoglie Benedetto XVI al suo rientro in Vaticano
Benedetto XVI è di nuovo in Vaticano dopo il soggiorno di due mesi a Castel Gandolfo.
Al suo arrivo nel convento “Mater Ecclesiae” (giovedì pomeriggio), è stato accolto
da Papa Francesco, poi insieme hanno pregato nella cappella del monastero. Benedetta
Capelli:
La foto dell’Osservatore
Romano è una posa che resterà ben impressa. C’è il sorriso di Papa Francesco che accoglie
sulla porta del Monastero “Mater Ecclesiae” in Vaticano Benedetto XVI. Anche sul volto
del Papa emerito c’è il sorriso ma a colpire sono soprattutto le mani dei due che
si stringono forte. Un’istantanea che rimanda ad una “grande e fraterna cordialità”,
già espressa in passato nell’incontro a Castel Gandolfo il 23 marzo. Insieme – riferisce
un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – si sono recati nella Cappella del
Monastero per un breve momento di preghiera. Benedetto XVI – si legge ancora – è lieto
di rientrare in Vaticano, nel luogo in cui intende dedicarsi al servizio della Chiesa
anzitutto con la preghiera: intenzione espressa già lo scorso 11 febbraio, giorno
della rinuncia al Ministero petrino. Il Monastero, recentemente ristrutturato, è una
casa accogliente – ha detto il Papa emerito - qui si può lavorare bene. Benedetto
XVI è giunto in elicottero da Castel Gandolfo, la sua residenza per due mesi, dopo
le 16.45 accompagnato da mons. Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia. Ad
accoglierlo all’eliporto, una folta delegazione vaticana guidata dal cardinale segretario
di Stato Tarcisio Bertone. Poi il trasferimento al Monastero “Mater Ecclesiae” dove
risiederà insieme a mons. Gänswein e alle Memores Domini che hanno già fatto parte
della Famiglia pontificia negli ultimi anni.
La compresenza di Benedetto
XVI e di Papa Francesco in Vaticano è anche un invito a riflettere sul profondo legame,
nella vita cristiana, tra la dimensione contemplativa e quella dell’azione pastorale.
E’ quanto sottolinea, al microfono di Antonella Palermo, il priore generale
della Congregazione camaldolese, padre Alessandro Barban:
R. – Noi abbiamo
due grandi figure di Pontefici. Da un lato, il Papa emerito, Benedetto, con la sua
grande testimonianza di fede, il suo servizio alla Chiesa, con la presenza contemplativa,
con lo sguardo oltre l’odierno. Poi abbiamo Papa Francesco, un figlio di Sant’Ignazio,
un gesuita. Anche lì, quindi, la preghiera e la contemplazione è molto forte. La Chiesa
nella sua presenza nella storia del mondo, in mezzo agli uomini, fa risaltare sia
con Papa Benedetto che con Papa Francesco questa dimensione della presenza, del servizio
attivo, ma sempre anche questo rimando profondo alla vita di preghiera, di meditazione,
alla dimensione contemplativa della vita cristiana.
D. – Mi sembra che quanto
Sant’Ignazio di Loyola diceva a proposito della contemplazione in azione, che poi
ogni cristiano dovrebbe vivere in prima persona, in questo momento storico, sia particolarmente
esaltata...
R. – Sant’Ignazio di Loyola è stato veramente grande nell’aver
intuito che la vita cristiana è una cosa sola. Noi venivamo da una separazione tra
vita attiva e vita contemplativa, tra un impegno più apostolico e una dimensione –
potremmo dire - più claustrale. Invece, Ignazio ci ha fatto capire quanto sia importante
vedere la vita cristiana nel suo complesso, sia nella dimensione della presenza dell’apostolicità
del servizio, ma anche ad esempio in quel rimando al senso ultimo, in questa dimensione
più profonda della contemplazione.