Malaysia. in vista delle elezioni si riaccende polemica sull’uso del termine “Allah”
da parte cristiana
Alla vigilia delle elezioni politiche in Malaysia, che si terranno la prossima domenica
5 maggio, si riaccendono nel Paese le polemiche tra il partito al potere, il Barisan
Nasional (Bn), e la comunità cristiana. A rinfocolare le tensioni – riporta l’agenzia
Ucan - alcuni manifesti elettorali del Bn che accusano ancora una volta i cristiani
di usurpare il termine “Allah” il quale, secondo alcuni, deve essere esclusivo dell’Islam.
Per il reverendo Eu Hong Seng, presidente della Federazione Cristiana della Malaysia
(Cfm) alla quale aderisce anche la Chiesa cattolica, la campagna è “disdicevole e
odiosa” e rischia di essere interpretata come un’istigazione alla violenza contro
i cristiani. I manifesti in questione presentano le fotografie di due chiese con sotto
il nome “Rumah Allah” (Casa di Allah) e chiedono agli elettori se vorrebbero vedere
i propri figli o nipoti pregare in simili luoghi. Segue quindi il commento: “Se consentiamo
che la parola Allah sia usata nelle chiese, venderemo la nostra religione, razza e
nazione” e lo slogan: “Vota Barisan Nasional perché può proteggere la tua religione,
razza e religione”. Per diversi anni le autorità malesi hanno cercato di vietare ai
cristiani l’uso del termine “Allah”, nonostante esso sia presente nelle Bibbie di
lingua malese da oltre 400 anni, come ampiamente documentato. E nonostante una sentenza
del 2009 abbia riconosciuto ai cristiani il “diritto costituzionale” di chiamare il
loro Dio con questo termine, alcuni gruppi islamisti continuano a reclamare il divieto,
minacciando azioni dimostrative come il rogo delle Bibbie. In questo clima era quindi
prevedibile che alcune forze politiche, per conquistare il voto musulmano, scegliessero
di riaprire strumentalmente la polemica. In una recente intervista ad Al Jazeera il
Primo Ministro Najib Razak aveva difeso a spada tratta il divieto. Più morbida la
posizione dell’opposizione il cui leader Anwar Ibrahim ha assicurato ripetutamente
ai cristiani che potranno continuare ad usare liberamente il termine Allah nelle loro
pubblicazioni. (L.Z.)