Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
In questa sesta Domenica di Pasqua, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in
cui Gesù dice ai discepoli che chi lo ama, osserverà la sua parola. Quindi aggiunge:
“Vi
ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito
Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà
tutto ciò che io vi ho detto”.
Su questo brano evangelico ascoltiamo una
breve riflessione di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio
Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
Il Vangelo di
oggi è un brano tratto dai discorsi di Gesù ai suoi discepoli durante l’ultima cena.
Gesù annuncia loro: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà
e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). La missione del
Signore è chiara: far sì che l’uomo divenga dimora di Dio. L’amore del Padre, che
è brillato a noi nella Pasqua del Signore, e che in questo tempo pasquale ci viene
quasi dato da toccare con mano nelle varie manifestazioni del Signore, deve essere
custodito gelosamente, conservato, perché non vada perduto: questo è il significato
etimologico della parola greca tradotta in italiano con “osservare”: la parola di
Cristo, Cristo stesso, Parola di Dio all’uomo, prima, molto prima che un precetto
da mettere in pratica, è un dono prezioso da custodire, è il Dono, infatti “la parola
che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato” (Gv 14,24). In una bella
pagina di S. Giovanni della Croce, riportata nel Catechismo della Chiesa Cattolica
(n. 65), egli dice che “dal momento in cui [il Padre] ci ha donato il Figlio suo,
che è la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta in questa
Parola… Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni,
non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo
sguardo unicamente in Cristo…” (Salita al monte Carmelo, 2,22).
Ora, in cammino
verso la Pentecoste, insieme al dono pasquale della pace, il Signore ci garantisce
il frutto della sua Passione: “Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà
nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”
(Gv 14,26). Questa memoria, questo “memoriale”, è innanzitutto il mistero dell’Eucaristia
che celebriamo, il sacrificio di Cristo sulla Croce e la sua Risurrezione vittoriosa.