"Uno di noi": continua la raccolta firme a tutela dell'embrione
Raccogliere un milione di firme a sostegno di “Uno di Noi”, l’iniziativa lanciata
da cittadini europei affinché ogni essere umano abbia tutela giuridica fin dal suo
concepimento. A questa campagna, che coinvolge 27 Stati comunitari, aderisce anche
il Comitato italiano comprendente le maggiori sigle associative del laicato cattolico.
Il prossimo 12 maggio è il giorno scelto come Giornata nazionale di raccolta firme,
presentata giovedì mattina ai media, nella Sala Marconi della nostra emittente. Luca
Collodi ne ha parlato con la portavoce del Comitato, Maria Grazia Colombo:
R. - E’ necessario:
in questo momento storico è importantissimo questo discorso di rispetto della persona
e il rispetto della persona non si può far finta che nasca a un certo punto della
vita, ma bisogna che sia messo in campo dall’inizio della vita. Per cui questa campagna
senz’altro vuole affermare con chiarezza il riconoscimento dell’embrione con dignità
di persona e il rispetto della vita. Bisogna rimettere laicamente al centro la questione
della vita. Noi non possiamo, nel tempo che viviamo, non rispettare e non riconoscere
che l’embrione è vita umana.
D. - La campagna a tutela dell’embrione è a livello
europeo. In Italia come la state organizzando?
R. - Direi che la nascita di
questo Comitato “Uno di noi”, un comitato italiano - ed è molto bello pensare che
l’Italia si muove, ma che abbiamo accanto la Polonia e tutti gli altri Stati che stanno
facendo un po’ da corona attorno a questo - la consideriamo molto positivamente, proprio
perché vediamo un concretizzarsi dello sguardo europeo, con delle scelte politiche
che potranno essere interessanti. In Italia, con questo Comitato, vogliamo dare una
scossa da un certo punto di vista e lanciare una sfida, una sfida interessante e mi
permetto di dire intelligente, nel senso che non è una sfida che vuole come misurare
gli altri, ma che vuole aprire la questione in modo laico a tutti, anche perché se
guardiamo in faccia i nostri ragazzi e i giovani che abbiamo davanti, noi a questi
ragazzi dobbiamo dare delle ragioni e le ragioni sono importantissime e non hanno
né colore né appartenenza, ma partono evidentemente da una identità, che è la nostra.
D. - Voi avete coinvolto tutte le parrocchie italiane in questa iniziativa
per il 12 maggio…
R. - Sì, sappiamo che molte parrocchie si sono già mosse.
Il 12 maggio, però, vuole essereuna mobilitazione straordinaria. Per cui anche chi
si è già mosso quel giorno lì deve come dare un segno, un segnale. Questa unità dell’Italia,
delle parrocchie e della vita delle parrocchie, che sono un luogo accogliente in cui
davvero noi incontriamo tante persone che poi magari ci arrivano anche in modi diversi
e per strade diverse. Per cui la parrocchia è come una grande casa che accoglie e
che mette al centro la questione della vita. Ripeto: secondo me è un fatto straordinario,
che non può non far bene a tutti, non solo ai cattolici.
D. - Con la raccolta
di queste firme che cosa chiedete al Parlamento europeo?
R. - Con la raccolta
di queste firme - dobbiamo raggiungere un milione di firme, ma a livello europeo evidentemente
- noi chiediamo all’Europa prima di tutto il riconoscimento della dignità dell’embrione
come vita e di conseguenza che non ci siano legislazioni, interventi e atti legislativi
che siano contro, ma che siano per favorire la vita e quindi non per manipolazioni
varie che riguardano proprio il non riconoscimento. Se uno non riconosce che è vita,
tutto è possibile, è manipolabile: può essere strumento, diventa un oggetto. Effettivamente
in questo momento, in cui c’è una grossa crisi anche di appartenenza e una grossa
crisi demografica, questo è un segnale importantissimo: ricominciamo da lì e l’Europa
non può tirarsi indietro!