Venezuela: al via il riconteggio dei voti ma per Capriles è una farsa
Il Consiglio nazionale elettorale (Cne) ha iniziato la procedura per verificare il
46% delle schede relative alle presidenziali del 14 aprile, ovvero la percentuale
non rivista, come da prassi, lo stesso giorno del voto. Secondo la legge vigente in
Venezuela, infatti, il 54% è stato sottoposto a verifica alla chiusura dei seggi e
in base al responso all’indomani il chavista Nicolás Maduro è stato proclamato vincitore
con un distacco sul rivale inferiore ai due punti percentuali. È stato il candidato
uscito sconfitto, il conservatore Henrique Capriles, a sollecitare il controllo, rifiutandosi
finora di ammettere la sconfitta, ma pretendendo la revisione dei registri di votazione;
un’opzione che il Cne ha respinto poiché “non prevista dall’ordinamento giuridico”.
In un clima di tensione - riferisce l'agenzia Misna - la procedura di verifica è cominciata
con una riunione tecnica a cui l’opposizione non ha partecipato. Oggi è in programma
la scelta del campione del 46% delle urne che saranno effettivamente controllate a
partire dal 6 maggio: saranno aperte le casse, contate le schede, comparati i risultati
del conteggio con il verbale del conteggio elettronico; in aggiunta si dovrà verificare
anche se il numero degli elettori che hanno siglato i registri coinciderà con quello
dei voti espressi, ma non saranno controllati i registri stessi – come chiedeva Capriles
– contenenti firme e impronte di ogni avente diritto. Si stima che le operazioni dureranno
almeno fino all’inizio di giugno. Capriles, che ha denunciato numerose irregolarità
ai suoi danni senza finora, tuttavia, esibirne pubblicamente le prove, ha definito
“una farsa” la verifica del Cne poiché “non dà accesso ai registri di votazione, l’unico
strumento che personalizza il suffragio”. Il candidato dell’opposizione ha confermato
l’intenzione di impugnare il risultato delle elezioni presso il Tribunale supremo
di giustizia (Tsj). Le violenze seguite alla proclamazione di Maduro presidente eletto,
il 15 aprile, hanno provocato almeno nove morti; vittime di cui il governo attribuisce
la responsabilità ai sostenitori di Capriles. (R.P.)