Siria: le Chiese in preghiera per i due vescovi rapiti
I due vescovi ortodossi rapiti ad Aleppo sono ancora nelle mani dei sequestratori.
Lo conferma ad AsiaNews mons. Jean Clement Jeanbart, vescovo greco-melchita di Aleppo.
Il prelato sottolinea "che le Chiese, cattolica e ortodossa, stanno facendo il possibile
per cercare una mediazione con i sequestratori, ma al momento nessuno comprende le
ragioni di questo gesto e chi si celi dietro a questi criminali". Mons. Yohanna Ibrahim,
vescovo della diocesi siro-ortodosso di Aleppo e mons. Boulos Yaziji, arcivescovo
della diocesi greco-ortodossa della città, sono stati sequestrati lo scorso 22 aprile
a Kafr Dael, 10 km da Aleppo, sul confine turco. Il loro autista, un diacono siro-ortodosso,
è stato ucciso. Anche il patriarca greco-ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente,
Giovanni X, ha lanciato un accorato appello per la liberazione dei due vescovi. “Colgo
l’opportunità per fare un appello alla comunità internazionale - ha detto il patriarca
- per stimolarla a fare ciò che può per liberare i rapiti la cui assenza è causa di
dolore; affrettarsi a porre fine a questa tragedia è oltremodo essenziale per evitare
tutti i rischi che potrebbero risultare dalle probabili conseguenze”. Il sequestro
è avvenuto in un tempo particolare per le Chiese ortodosse che ieri hanno celebrato
la “Domenica delle Palme”, festività che le conduce alla Settimana Santa e alla celebrazione
della Pasqua, domenica 5 maggio. Ieri sera i capi delle Chiese cristiane presenti
a Damasco hanno convocato una veglia di preghiera, nella chiesa greco-ortodossa della
Santa Croce, nel quartiere di Kassa'a, per invocare la liberazione dei due ecclesiastici
rapiti. Anche a Aleppo, la sera di sabato 27 aprile, una veglia di preghiera si è
svolta nella cattedrale greco- ortodossa: “La Chiesa era piena. Si è trattato di una
supplica semplice e vissuta con grande dignità. Ora per tutti è il tempo dell'attesa”
dichiara alla Fides il vescovo caldeo di Aleppo Antoine Audo, che ha partecipato al
momento di preghiera insieme a Jean- Clément Jeanbart, arcivescovo metropolita di
Aleppo dei greco-melchiti e a una quindicina di sacerdoti cattolici. “C'è tristezza
diffusa” riferisce mons. Audo, “nessuno ha voglia di creare situazioni di festa. Per
tutti i cristiani, il rapimento di due vescovi e quello dei due sacerdoti sequestrati
a febbraio rappresentano un fatto enorme, che interroga tutti”. Anche i cristiani
di Kamishly, nella Mesopotamia siriana, sabato mattina, dopo la messa celebrata nella
chiesa dei siro-ortodossi dedicata a Maria, hanno dato vita a una manifestazione pubblica
a cui hanno partecipato ecclesiastici e fedeli di tutte le Chiese e comunità cristiane
della città, per chiedere il rilascio dei vescovi rapiti. (R.P.)