Papa Francesco: vergognarsi dei propri peccati è virtù dell'umile che prepara al perdono
di Dio
Vergognarsi dei propri peccati è la virtù dell’umile che prepara ad accogliere il
perdono di Dio: lo ha detto Papa Francesco durante la Messa presieduta nella Cappellina
di Casa Santa Marta, alla presenza di alcuni dipendenti dell’Apsa, l’Amministrazione
del Patrimonio della Sede Apostolica e di alcune religiose. Hanno concelebrato il
cardinale Domenico Calcagno, presidente dell’Apsa, e l’arcivescovo Francesco Gioia,
presidente della Peregrinatio ad Petri Sedem. Il servizio di Sergio Centofanti:
Commentando
la prima Lettera di San Giovanni, in cui si dice che “Dio è luce e in Lui non c’è
tenebra alcuna”, Papa Francesco ha sottolineato che “tutti noi abbiamo delle oscurità
nella nostra vita”, momenti “dove tutto, anche nella propria coscienza, è buio”, ma
questo – ha precisato - non significa camminare nelle tenebre:
“Andare nelle
tenebre significa essere soddisfatto di se stesso; essere convinto di non aver necessità
di salvezza. Quelle sono le tenebre! Quando uno va avanti su questa strada proprio
delle tenebre, non è facile tornare indietro. Perciò Giovanni continua, perché forse
questo modo di pensare lo ha fatto riflettere: ‘Se diciamo di essere senza peccato,
inganniamo noi stessi e la verità non è in noi’. Guardate ai vostri peccati, ai nostri
peccati: tutti siamo peccatori, tutti… Questo è il punto di partenza. Ma se confessiamo
i nostri peccati, Egli è fedele, è giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci
da ogni iniquità. E ci presenta – vero? - quel Signore tanto buono, tanto fedele,
tanto giusto che ci perdona”.
“Quando il Signore ci perdona fa giustizia”
– prosegue il Papa – innanzitutto a se stesso, “perché Lui è venuto per salvare e
perdonarci”, accogliendoci con la tenerezza di un padre verso i figli: “il Signore
è tenero verso quelli che lo temono, verso quelli che vanno da Lui” e con tenerezza
“ci capisce sempre”, vuole donarci “quella pace che soltanto Lui dà”. “Questo – ha
affermato - è quello che succede nel Sacramento della Riconciliazione” anche se “tante
volte pensiamo che andare a confessarci è come andare in tintoria” per pulire la sporcizia
sui nostri vestiti:
“Ma Gesù nel confessionale non è una tintoria: è un
incontro con Gesù, ma con questo Gesù che ci aspetta, ma ci aspetta come siamo. ‘Ma
Signore, senti sono così…’, ma ci fa vergogna dire la verità: ‘Ho fatto questo, ho
pensato questo’. Ma la vergogna è una vera virtù cristiana e anche umana…la capacità
di vergognarsi: io non so se in italiano si dice così, ma nella nostra terra a quelli
che non possono vergognarsi gli dicono ‘sin vergüenza’, senza vergogna: questo è ‘un
senza vergogna’, perché non ha la capacità di vergognarsi e vergognarsi è una virtù
dell’umile, di quell’uomo e di quella donna che è umile”.
Occorre avere
fiducia – prosegue il Papa – perché quando pecchiamo abbiamo un difensore presso il
Padre: “Gesù Cristo, il giusto”. E Lui “ci sostiene davanti al Padre” e ci difende
di fronte alle nostre debolezze. Ma è necessario mettersi di fronte al Signore “con
la nostra verità di peccatori”, “con fiducia, anche con gioia, senza truccarci… Non
dobbiamo mai truccarci davanti a Dio!”. E la vergogna è una virtù: “benedetta vergogna”.
“Questa è la virtù che Gesù chiede a noi: l’umiltà e la mitezza”:
“Umiltà
e mitezza sono come la cornice di una vita cristiana. Un cristiano va sempre così,
nell’umiltà e nella mitezza. E Gesù ci aspetta per perdonarci. Possiamo fargli una
domanda: allora andare a confessarsi non è andare a una seduta di tortura? No! E’
andare a lodare Dio, perché io peccatore sono stato salvato da Lui. E Lui mi aspetta
per bastonarmi? No, con tenerezza per perdonarmi. E se domani faccio lo stesso? Vai
un’altra volta, e vai e vai e vai…. Lui sempre ci aspetta. Questa tenerezza del Signore,
questa umiltà, questa mitezza…”.
Questa fiducia “ci dà respiro”. “Il Signore
– conclude il Papa - ci dia questa grazia, questo coraggio di andare sempre da Lui
con la verità, perché la verità è luce e non con la tenebra delle mezze verità o delle
bugie davanti a Dio. Che ci dia questa grazia! E così sia”.