2013-04-29 16:53:53

Italia: il governo Letta ha ottenuto la fiducia. Il carabiniere Giangrande ancora grave


Si è svolto ieri pomeriggio il discorso di Enrico Letta alla Camera, per illustrare il programma di governo. Legge elettorale, riforme fiscali, stop all’Imu entro giugno, poi il lavoro e la visione internazionale: “le sorti dell’Italia, dice il premier sono correlate a quelle europee”. In serata il voto di fiducia al nuovo esecutivo che ha ottenuto 453 "si". Oggi primo incontro istituzionale con la Cancelliera tedesca Angela Merkel. il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Un discorso a tutto campo, risoluto e impegnativo, tracciato nel solco di un forte europeismo e interotto 30 volte dagli applausi dei deputati. Così Enrico Letta ha presentato il suo programma alla Camera assicurando la responsabilità delle forze, eterogenee ma coese, che compongono il nuovo esecutivo. Lavoro, riduzione delle tasse e riforma della politica sono le tre strade maestre da seguire. Subito infatti l’annuncio dello stop all'Imu a partire da giugno, con l’intento però di rimodulare più in là le imposte sulla prima casa, poi la riforma del Welfare, con i nuovi fondi per la Cassa integrazione, il reddito minimo per le famiglie povere e gli ammortizzatori per i precari. Ancora l’intenzione di trasformare il Senato in Camera delle Regioni anche in funzione di una nuova legge elettorale che garantisca maggioranze solide e l’abolizione delle province. Non poteva mancare un accenno ai costi della politica con l’invito a recuperare decenza e sobrietà: quindi via il doppio stipendio ai ministri già parlamentari e via pure finanziamento pubblico ai partiti. Nella replica a Montecitorio, il presidente del Consiglio dichiara finita la seconda Repubblica, poi esplicita l’intento di voler riconciliare governo e Parlamento e fare in modo che questo recuperi la sua centralità. Infine un monito al Movimento 5 stelle: scongelatevi perché le riforme vanno fatte insieme. Parola chiave dunque è “rifoma”, ma anche “urgenza” per evitare che il malcontento e la rabbia sfocino in episodi di violenza, come quello di ieri.

La peculiarità di questo governo è la presenza di forze politiche molto eterogenee, ma ha ribadito il premier motivate e ispirate dai principi più alti di coesione nazionale. Al microfono di Cecilia Seppia, il commento del politilogo Agostino Giovagnoli:RealAudioMP3

R. - La questione nazionale, in questo momento, è particolarmente urgente. Sotto questo profilo c'è continuità rispetto al Governo Monti, che si è autodefinito "governo di responsabilità nazionale". Certamente il Governo Monti ha sofferto per una distanza che i partiti hanno voluto prendere sin dall'inizio e certamente sbagliando.

D. - Si può parlare di "governo di servizio"?

R. - Questa è una bella definizione. Lui stesso ha voluto, in un certo senso, anche evidenziarla, dandosi un limite di tempo di 18 mesi. Non vorrei, però, che questa esperienza non esperisse fino in fondo quella che è la sua missione: quella cioè di chiudere la seconda repubblica.

D. - Un altro punto su cui riflettere è la legge elettorale: quella che c'è non va bene - ha detto Letta - che ha ipotizzato il ritorno al sistema precedente, con la reintroduzione anche delle preferenze...

R. - E' una soluzione prudente, nel senso che Letta ha voluto in questo modo sottolineare che è talmente necessario il cambiamento della legge elettorale da far sì che anche una soluzione non risolutiva, ma comunque migliore dell'attuale, come appunto il ritorno al sistema precedente, è preferibile. E' importante che il presidente del Consiglio abbia preso un impegno in questo senso, perché effettivamente il mattarello è una grande vergogna e i risultati devastanti si sono visti con gli ultimi risultati delle elezioni politiche.

Al centro dell’attenzione della politica c’è naturalmente ancora il drammatico episodio degli spari davanti a Palazzo Chigi. Resta ricoverato in prognosi riservata uno dei carabinieri feriti ieri, Giuseppe Giangrande: è vigile, ha tentato di parlare con la figlia, ma sono confermate le lesioni alla colonna vertebrale. Il servizio di Davide Maggiore:RealAudioMP3

Piazza Montecitorio "blindata" per il voto di fiducia: la zona di sicurezza è stata estesa e la presenza delle forze dell’ordine rafforzata. Intanto, la Procura di Roma deposita oggi la richiesta di convalida del fermo per Luigi Preiti, responsabile degli spari davanti a Palazzo Chigi: tentato omicidio e porto illegale d’arma da fuoco i reati contestati. Nessuna richiesta, invece, di una perizia psichiatrica. L’episodio di ieri resta anche al centro dell’attenzione delle istituzioni. “L’odio e la facilità di giudizio” sono “contagiosi”, ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, invitando la politica a “evitare di contribuire ad aumentare lo stato di tensione” e a “mantenere il controllo sul linguaggio”. Un appello raccolto dalle forze politiche. Anche da vari deputati del Movimento Cinque Stelle è arrivato un invito ad “abbassare i toni”, dopo che altri esponenti di questa formazione avevano utilizzato espressioni aggressive verso governo e partiti. Stabili intanto le condizioni di Giuseppe Giangrande, il più grave dei feriti di ieri. Il paziente, spiega un bollettino del Policlinico Umberto I di Roma, è “sedato e intubato”.

Sui fatti di Roma, Luca Collodi ha chiesto un commento a mons. Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l’Italia, oggi in visita ai due feriti mentre domani celebrerà il funerale di Tiziano della Ratta, carabiniere morto negli scorsi giorni in un conflitto a fuoco a Maddaloni:RealAudioMP3

R. – Dobbiamo tutti avere una dimensione di profonda serenità, perché le cose dei nostri giorni sono in una rapida trasformazione. Per cui nessuno può indulgere, direi, a un’etica puramente individualistica: abbiamo tutti la nostra responsabilità nel creare una mentalità di giustizia, di amore, che promuova e aiuti le istituzioni, pubbliche e private. Avverto profondamente il desiderio di una grande mobilitazione interiore, perché ci sia riconoscenza, sostegno delle realtà istituzionali. Le prescrizioni sociali non sono contro la persona e la sua dignità e nessuno credo oggi possa trascurare le norme essenziali della vita sociale. C’è una debolezza al riguardo. Gli strumenti oggi a disposizione del genere umano, perché ci sia concordia, non mancano. Ma questo individualismo, questa soggettività che a volte è più egoismo ed esclusione dell’altro, non fa del bene a una convivenza umana serena e a una crescita della famiglia umana.

D. – Questo clima, eccellenza, ha ricadute anche su chi è in prima linea nel servizio al bene comune, nel mantenere la convivenza, e mi riferisco ai Carabinieri che spesso sono vittime di questi episodi d’insoddisfazione: mi riferisco al carabiniere ferito a Palazzo Chigi, ma non possiamo dimenticare nemmeno il carabiniere morto in un conflitto a fuoco, qualche giorno fa, in provincia di Caserta….

R. – Direi che questa dimensione individualistica di servire la realtà civile oggi trova nei Carabinieri una formula esemplare di superamento. L’etica dell’Arma dei Carabinieri è un’etica della partecipazione, della corresponsabilità: è un’etica del bene comune. Quando io guardo il carabiniere oggi, io vedo colui che rende un servizio agli altri: è accanto agli altri, quasi, come debitore. Non solo uno che dona se stesso, ma c’è un di più, un supplemento di animo che rende il carabiniere un debitore, perché l’altro possa vivere nella serenità. Mi piace definire i nostri Carabinieri come immersi in una consanguineità universale. Il posto del carabiniere è dove l’umanità è lacerata sia a causa della illegalità, sia a causa anche di questo disagio per le difficoltà della vita odierna. Mi colpisce che sia a Maddaloni, sia a Palazzo Chigi, l’uno o l’altro dei carabinieri sono stati pronti ad offrirsi: a Palazzo Chigi, a offrirsi per la sicurezza delle istituzioni, a Maddaloni per salvare la vita ad una famiglia di gioiellieri. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo: il carabiniere aiuta e quindi esalta la dignità della persona. E allora ecco che i Carabinieri con la loro vita neutralizzano quelle forze che impediscono una convivenza serena e anche uno sviluppo normale della comunità umana del nostro territorio e del nostro Paese.

Sulle responsabilità della politica nell’attuale contesto di crisi, Luca Collodi ha intervistato Franco Miano, presidente dell’Azione Cattolica italiana:RealAudioMP3

R. – Prima di tutto, penso che la politica debba, oggi, prendere atto dell’assoluta necessità di invertire una tendenza: cercare al massimo di superare quel senso di sfiducia che attraversa oggi la vita dei cittadini. E’ un senso di sfiducia motivato da situazioni economiche difficili, da situazioni lavorative che in certi casi diventano sempre più precarie. Bisogna assolutamente porre attenzione il più possibile a questa realtà, pericolosa e problematica, come i fatti stanno dimostrando.

D. – La politica ha capito, il momento difficile della società italiana?

R. – La politica non lo ha capito del tutto. Abbiamo visto, infatti, situazioni che hanno continuato ad essere problematiche. Lo stesso esito dell’elezione del presidente della Repubblica, i tempi lunghi che sono stati necessari, la situazione complicata anche dal punto di vista della formazione del governo, testimoniano una politica ancora in difficoltà, che non riesce a mettersi in sintonia con il disagio reale che attraversa il Paese.

D. – E’ anche vero che la politica, tutta la politica, usa un linguaggio che da questo punto di vista non aiuta a calmare gli animi…

R. - Quello che lei dice è assolutamente vero. Anzi in molti casi al legittimo confronto sulle idee e sulle posizioni prevale un linguaggio fatto di scomuniche reciproche, un linguaggio che ha anche tratti forti, se non in qualche caso tratti violenti, comunque tratti che non aiutano un clima che invece si deve rasserenare per favorire il contributo di tutti alla soluzione dei problemi reali.

D. – A livello politico qualche disagio all’interno dei partiti è stato espresso anche per il governo Letta. Possiamo riconoscere che anche nel ricorso al compromesso ci sia l’arte della politica?

R. – L’elemento auspicabile nella vita politica è che si abbiano chiare maggioranze e chiare forme di opposizione. Tuttavia, proprio come lei diceva, la politica è anche legata alle situazioni concrete della vita. Se chiare maggioranze non vi sono, è necessario, allora, che per il bene del Paese in un qualche modo la politica sappia creare comunque le condizioni del governo del Paese.







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