2013-04-28 14:18:55

Giornata per la Sicurezza sul Lavoro e per le vittime dell'Amianto: patologie raddoppiate in 10 anni


Le patologie collegate all’amianto sono aumentate del 50% in 10 anni, considerando l’ultima rilevazione del 2011. A far riferimento ai dati è l’Anmil, Associazione Nazionale fra Lavoratori e Invalidi del Lavoro, in occasione della Giornata Mondiale dedicata alla Sicurezza sul Lavoro e alle vittime dell’Amianto celebrata ieri. E proprio ieri in Piazza San Pietro era presente l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto (Ona Onlus) per pregare per le vittime. Per far conoscere i rischi legati all’amianto, l’Anmil ha poi lanciato una campagna informativa “Asbestus Free”, che si tiene da ieri alla fine di maggio. Debora Donnini ha intervistato il presidente dell’Anmil, Franco Bettoni: RealAudioMP3

R. – I dati sono preoccupanti perché, per quanto riguarda le malattie professionali, le morti sono state nel 2007 845, 300 l’anno scorso, ma ovviamente la cosa non è ancora chiusa, poiché molte pratiche sono ancora in corso. Buona parte di queste sono collegate alle malattie dovute all’amianto, poi ci sono le silicosi ed altre malattie professionali, che si conoscono da più tempo. E questo è un dato allarmante. Indipendentemente dall’averci lavorato o anche l’aver abitato o aver lavato i panni di chi lavorava nell’amianto, si capisce solo nel tempo, purtroppo - poiché c’è un’incubazione di 30, 40 anni - se il soggetto ha questa grave malattia o questi tumori derivanti dall’amianto.

D. – Tra l’altro il problema dell’amianto può colpire anche i bambini nelle scuole...

R. – Fino a qualche anno fa, mi sembra fino al ’91, si costruivano edifici, scuole, case con prodotti che contenevano amianto. Oggi ovviamente questo non succede più, perlomeno in Italia, ma nel mondo vi sono ancora aziende – e questa è la cosa brutta – che producono prodotti in amianto, che non vengono impiegati nel loro territorio, ma vengono impiegati in altri territori. In Asia, addirittura, si lavora l’amianto e viene ancora utilizzato per la costruzione: è un problema non nazionale, ma mondiale e bisogna trovare norme mondiali per fermare tutto questo.

D. – L’Anmil, di cui lei è presidente, organizza questa campagna Asbestus Free, in 14 piazze italiane. In che cosa consiste?

R. – Andremo in 14 piazze, insieme alle organizzazioni sindacali e all’associazione dei familiari delle vittime di amianto, a distribuire materiale conoscitivo, a sensibilizzare l’opinione pubblica – ovviamente le istituzioni ci sono vicine - per dire che questo problema esiste e per farlo conoscere veramente, perché effettivamente ci siamo accorti che non tutti lo conoscono e succede che poi ti arrivi una malattia dalla mattina alla sera. Vogliamo che si parli di questo, che si faccia prevenzione, che si distrugga l’amianto nei siti protetti e che non ci siano siti illegali, che le imprese e i lavoratori sappiano i rischi che corrono. E’ un discorso culturale importante su un tema che non è mai stato posto al centro di attenzione o dibattiti, e che dobbiamo cominciare a fare, come abbiamo fatto per gli infortuni sul lavoro. Non si può costruire oggi con prodotti con amianto, ma bisogna cercare di bonificare quelli esistenti con altri interventi.
Ultimo aggiornamento: 29 aprile







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