Iraq. Quasi 200 morti in 4 giorni di scontri. Onu: Paese al bivio
Iraq. Quasi 200 morti dopo quattro giorni di violenze in varie parti del Paese, nelle
ultime 24 ore, attaccate 4 moschee. Ripreso il controllo della cittadina turcomanna
e sunnita di Sulaiman Bek, da giorni in mano ad una banda di miliziani armati. L’Onu
fa appello alla “coscienza e alla saggezza di tutti i leader religiosi e politici”
di non lasciare che la rabbia distrugga le speranze di pace. Massimiliano Menichetti:
Cinque morti
e almeno cinquanta feriti è l’ennesimo bilancio di una serie di attacchi contro quattro
moschee sunnite a Baghdad. L’Iraq da martedì è scosso dall’ennesima ondata di violenza:
quasi 200 le persone uccise in varie parti del Paese. Nel quadro di scontri interconfessionali,
rappresaglie tra esercito, manifestanti e miliziani islamici, le forze di sicurezza
hanno lentamente ripreso il controllo della cittadina turcomanna di Sulaiman Bek,
da giorni in mano ad una banda formata da più di 175 miliziani sunniti. Secondo fonti
locali tra loro erano presenti membri delle cellule irachene di Al-Qaeda. Le violenze,
nel Paese, si sono innescate proprio martedì, dopo la repressione da parte dell'esercito
di una manifestazione sunnita anti-governativa nei pressi di Kirkuk. In questo scenario
"preoccupazione" è stata espressa dalle Nazioni Unite: l'inviato Onu Martin Kobler
ha parlato di un Paese al ''bivio” appellandosi alla "coscienza e alla saggezza" di
tutti i leader religiosi e politici affinché non si lasci che "la rabbia possa sopraffare
la pace''.