2013-04-27 15:30:48

Cresimandi, testimoni della Fede nella vita quotidiana


RealAudioMP3 "Abbiamo cercato di far venire a Roma, per queste giornate, soprattutto i ragazzi che provengono da paesi in cui la libertà religiosa è compromessa, come la Nigeria e il Congo. Persone che, nella loro vita quotidiana, professano spesso la fede con il loro sangue". Don Krzysztof Marcjanowicz, officiale del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, spiega così i criteri con cui sono stati scelti i 44 cresimandi, provenienti da 20 paesi, che domenica 28 aprile ricevono il sacramento della Confermazione dalle mani di Papa Francesco. La celebrazione è il momento culminante delle due giornate (27-28 aprile) della 'Festa dei cresimandi e dei cresimati', organizzata dallo stesso dicastero vaticano nell'ambito dell'Anno della Fede. "I cresimandi - spiega don Krzysztof - sono persone chiamate a testimoniare il dono della fede. Ricevono il dono dello Spirito Santo per poter, nella vita matura, testimoniarla e viverla". Tra i giovani che riceveranno la cresima domenica, dalle mani del Papa, c'è anche un ragazzo della diocesi di Carpi, una delle zone dell'Emilia più colpite dal terremoto dello scorso maggio. "Questo pellegrinaggio a Roma di una piccola rappresentanza della nostra comunità è per noi un momento di incoraggiamento, speranza e comunione" spiega don Roberto Vecchi, direttore dell'Ufficio catechistico della diocesi di Carpi. "E' un momento in cui ci sentiamo abbracciati, voluti bene. E ci auguriamo sia un momento di Chiesa importante perché il terremoto dell'anno scorso ha frantumato e sbriciolato il nostro tessuto sociale ed ecclesiale". "Abbiamo scelto un ragazzo che vive ancora in un container, fuori casa, - spiega - per mettere al centro chi sta soffrendo ma ha voglia di crescere e diventare, a sua volta, portatore del Vangelo della speranza". E tra i cresimandi c'è anche un giovane, Lorenzo, 14 anni, parrocchiano della Chiesa di S. Giustino Martire, quartiere Alessandrino, affetto da disabilità cognitiva. "La sua presenza sull'altare domenica sarà un segno importante per sottolineare quanto sia importante per i giovani disabili vivere quello che vivono tutti. Ma viverlo forse in maniera speciale, perché Gesù può portare nei loro cuori, e poi nelle loro famiglie, una gioia davvero particolare". A dirlo è Gianna Bora, fondatrice dell'Associazione di volontariato 'Amici di Simone - Onlus', che opera accanto alle persone disabili per favorire la loro inclusione ecclesiale. "Mi auguro che la presenza di Lorenzo - aggiunge - sia messa in risalto come un esempio per incoraggiare le famiglie dei bimbi disabili, che vivono spesso isolate e nel nascondimento, ad uscire fuori, perché la vita è bella anche per loro, se c'è un accompagnamento adeguato anche nella Chiesa". (A cura di Fabio Colagrande)







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