Cresimandi, testimoni della Fede nella vita quotidiana
"Abbiamo cercato
di far venire a Roma, per queste giornate, soprattutto i ragazzi che provengono da
paesi in cui la libertà religiosa è compromessa, come la Nigeria e il Congo. Persone
che, nella loro vita quotidiana, professano spesso la fede con il loro sangue".Don Krzysztof Marcjanowicz, officiale del Pontificio Consiglio per la Promozione
della Nuova Evangelizzazione, spiega così i criteri con cui sono stati
scelti i 44 cresimandi, provenienti da 20 paesi, che domenica 28 aprile ricevono il
sacramento della Confermazione dalle mani di Papa Francesco. La celebrazione è
il momento culminante delle due giornate (27-28 aprile) della 'Festa dei cresimandi
e dei cresimati', organizzata dallo stesso dicastero vaticano nell'ambito dell'Anno
della Fede. "I cresimandi - spiega don Krzysztof - sono persone chiamate a testimoniare
il dono della fede. Ricevono il dono dello Spirito Santo per poter, nella vita matura,
testimoniarla e viverla". Tra i giovani che riceveranno la cresima domenica, dalle
mani del Papa, c'è anche un ragazzo della diocesi di Carpi, una delle zone
dell'Emilia più colpite dal terremoto dello scorso maggio. "Questo pellegrinaggio
a Roma di una piccola rappresentanza della nostra comunità è per noi un momento di
incoraggiamento, speranza e comunione" spiega don Roberto Vecchi, direttore
dell'Ufficio catechistico della diocesi di Carpi. "E' un momento in cui
ci sentiamo abbracciati, voluti bene. E ci auguriamo sia un momento di Chiesa importante
perché il terremoto dell'anno scorso ha frantumato e sbriciolato il nostro tessuto
sociale ed ecclesiale". "Abbiamo scelto un ragazzo che vive ancora in un container,
fuori casa, - spiega - per mettere al centro chi sta soffrendo ma ha voglia di crescere
e diventare, a sua volta, portatore del Vangelo della speranza". E tra i cresimandi
c'è anche un giovane, Lorenzo, 14 anni, parrocchiano della Chiesa di S. Giustino Martire,
quartiere Alessandrino, affetto da disabilità cognitiva. "La sua presenza sull'altare
domenica sarà un segno importante per sottolineare quanto sia importante per i giovani
disabili vivere quello che vivono tutti. Ma viverlo forse in maniera speciale, perché
Gesù può portare nei loro cuori, e poi nelle loro famiglie, una gioia davvero particolare".
A dirlo è Gianna Bora, fondatrice dell'Associazione di volontariato 'Amici
di Simone - Onlus', che opera accanto alle persone disabili per favorire
la loro inclusione ecclesiale. "Mi auguro che la presenza di Lorenzo - aggiunge
- sia messa in risalto come un esempio per incoraggiare le famiglie dei bimbi disabili,
che vivono spesso isolate e nel nascondimento, ad uscire fuori, perché la vita è bella
anche per loro, se c'è un accompagnamento adeguato anche nella Chiesa". (A cura
di Fabio Colagrande)