Papa Francesco abbraccia le "Nonne de Plaza de Mayo"
Luis Badilla Morales, Radio Vaticana E' un momento
che resterà nella storia per la sua importanza. Il tema dei 'desaparecidos'
è infatti una ferita aperta che continua a sanguinare per tutto il popolo argentino.
La Chiesa locale deve collaborare per appurare la verità, fare chiarezza e permettere
così una vera riconciliazione della memoria. In passato è stata criticata. Spesso
ingiustamente, a volte giustamente. Ma l'abbraccio tra il Papa e le "Nonne de Plaza
de Mayo" è un punto fermo di grande valore per tutta la nazione. Negli
anni delle dittature militari che si sono succedute negli anni '70 e '80 una delle
tecniche repressive più utilizzate dalle dittature militari era quella di far scomparire
i prigionieri politici, i dissidenti o oppositori. Si ritiene che coloro che sono
scomparsi sotto le dittature siano circa 30.000. Ma all'interno di questo tragico
fenomeno c'è quello, ancora più tragico, delle donne che hanno partorito in prigionia
e i cui figli vennero sequestrati e dati in adozione illegalmente spesso a famiglie
benestanti o di militari. Al termine dell’udienza generale di mercoledì
24 aprile, Papa Francesco ha salutato e incoraggiato Estela Carlotto e le altre rappresentanti
dell'Associazione delle “Nonne de Plaza de Mayo" che si battono per la memoria dei
desaparecidos, vittime della dittatura militare in Argentina e per la ricerca dei
loro figli, centinaia di bambini spariti perché dati illegalmente in adozione.
Il Papa ha abbracciato e benedetto le donne dell'Associazione. Queste ultime hanno
definito l’incontro con Francesco “un momento storico per tutto il popolo argentino,
per la nostra storia e per la nostra speranza”. (Intervista a cura di Fabio Colagrande)