di P. Bartolomeo Sorge SJ, già direttore di Aggiornamenti Sociali Penso
che sia una mossa indovinata quella dell'incarico a Letta. Risponde alle esigenze
della crisi anomala che l'Italia sta vivendo. Noi ci troviamo in mezzo al guado.
Il vecchio non è ancora morto e il nuovo non è ancora nato. C’è un forte bisogno di
rinnovamento nel Paese. Speriamo che ci riesca. E’ un’avventura. Se fallisce lui fallisce
la speranza. Il gesuita analizza il frangente assai delicato che vive l'Italia,
alle prese con il tentativo affidato al giovane Enrico Letta di costituire un nuovo
governo. "La politica è morta - constata amaramente Sorge - perché è morta la tensione
etica che la dovrebbe attraversare. Ciò nonostante, oggi, in questa situazione, non
c’è altro da fare che mettersi tutti insieme. O riusciremo a vivere tutti uniti o
moriremo tutti insieme. Nessuno da solo può risolvere la situazione. In questo senso
la presenza dei cristiani può avere un ruolo importante, senza immaginare nuovi partiti,
ma collaborando con tutti gli uomini di buona volontà per restituire un'anima etica
alla politica". Sul grillismo Sorge esprime più di qualche perplessità: "Al di là
dei suoi numeri - spiega - è molto fragile. Manca di una cultura politica. E' la sua
stessa forza elettorale la sua debolezza. E’ difficile che il suo leader possa manovrare
a lungo 160 parlamentari. Dentro c’è di tutto. E’ un fenomeno che non va demonizzato,
deve certo far riflettere, va interpretato ma non è la soluzione della crisi". (intervista
di Antonella Palermo)