Italia: Napolitano affida l'incarico di governo ad Enrico Letta
Il presidente italiano, Giorgio Napolitano, ha convocato Enrico Letta al Quirinale
alle ore 12.30 per conferirgli l’incarico per la formazione del nuovo governo. Letta
ha accettato con riserva e ha messo in luce la necessità di rilanciare al crescita
del Paese e avviare una serie di riforme istituzionali. Sostegno dai principali partiti,
eccetto che dal Movimento Cinque Stelle. Il servizio di Alessandro Guarasci:
''Cercherò di
utilizzare il più breve tempo possibile''. Lo dice al Quirinale il presidente incaricato,
Enrico Letta, che afferma di sperare di tornare rapidamente a sciogliere la
riserva. Già domani, l’avvio delle consultazioni alla Camera. Letta afferma che il
suo sarà un governo al servizio del Paese, perché l’Italia non si può permettere elezioni
adesso, ma non sarà comunque un esecutivo a tutti i costi. Inoltre, dice il premier
incaricato, “bisogna dare una risposta all'emergenza giovani, questa sarà una priorità”.
Ma non solo:
"Da questa vicenda possa uscire una politica italiana diversa,
attraverso riforme costituzionali necessarie per ridurre il numero dei parlamentari,
per cambiare il sistema di bicameralismo e paritario che abbiamo, e che è uno degli
elementi cha ha bloccato il Paese a partire da questa stessa situazione. Una legge
elettorale che è diversa tra Camera e Senato ha dato una maggioranza diversa tra Camera
e Senato e ha finito per bloccare completamente la situazione".
Il presidente
Napolitano si dice sereno per aver dato l’incarico a Letta, un uomo esperto e giovane,
visto che ha 47 anni. E Napolitano mette in luce che c’è una sola prospettiva possibile:
“Una larga convergenza tra le forze politiche che possono assicurare la maggioranza''.
Abbiamo sentito l’opinione di Claudio Gentili, direttore della rivista La Società
della Fondazione Toniolo:
R. – Sono convinto
che Letta sia una personalità di altissimo profilo nazionale e internazionale, che
mette insieme una impostazione innovativa nel campo dell’economia, nel campo delle
riforme istituzionali, nel campo del miglioramento della macchina pubblica, nel campo
dell’attenzione al lavoro, disoccupazione, precariato, e al tempo stesso una visione
moderata della politica.
D. – In questo momento, le esigenze sembrano due:
riforme istituzionali, soprattutto per quanto riguarda la legge elettorale, e poi
un contributo alla ripresa…
R. – Decisamente. Le imprese stanno chiudendo.
Dopo le elezioni, abbiamo avuto 50 giorni di grande confusione politica. Fortunatamente
i mercati non ci hanno penalizzato, ma c’è bisogno di risposte forte sia sul versante
di un nuova legge elettorale – per poter andare alle elezioni con una legge dignitosa
– ma soprattutto sul versante di una politica industriale, di una politica economica,
di una politica del lavoro, che da troppo tempo sono assenti.
D. – E’ importante
che sia stato scelto un esponente che tutto sommato ha una tradizione cattolico-democratica?
R.
– Io sono convinto di sì. Sono convinto che – così come il Papa Francesco ha commentato
la rielezione di Napolitano augurandosi che la sua illuminata guida possa unificare
il Paese e guidarlo saggiamente – i cattolici, cattolici democratici soprattutto,
possano dare un contributo preziosissimo al rilancio dell’Italia. Lo possono dare
a partire da una visione che si lega alla Dottrina sociale della Chiesa, ma anche
a un’idea moderna della politica: una politica che deve smetterla di essere vittima
di incapacità realizzativa, una politica che sappia decidere, perché la democrazia
è fatta di decisioni, non è fatta soltanto di conflitti.