Filippine. I religiosi: governo insufficiente su ecologia, diritti umani, corruzione,
riforma agraria
Il governo di Benigno Aquino jr non ha dato risultati soddisfacenti alla popolazione
su materie importanti come i diritti umani, la corruzione, lotta all’impunità, la
riforma agraria, l’ecologia. Lo afferma, in un comunicato inviato all’agenzia Fides,
l'Associazione dei Superiori Maggiori nelle Filippine, che riunisce i leader di tute
le Congregazioni e gli Ordini religiosi, maschili e femminili, presenti nelle Filippine.
Al terzo anno di mandato del governo, i leader religiosi cattolici notano che “nella
nazione molto resta da fare”, e che le aspettative che la popolazione riponeva sul
governo sono rimaste deluse. La pesante domanda che i religiosi pongono a Benigno
Aquino jr è “Da che parte sta questo governo?”. “Siamo rattristati perché continuano
corruzione e abuso di fondi pubblici da parte di alcuni deputati e senatori”, nota
il testo. Inoltre “nessun ‘pesce grosso’ è stato condannato dal 2010”, per gravi casi
di corruzione. Intanto questioni rilevanti “povertà opprimente, proteste dei contadini,
traffico di esseri umani” restano senza riposta. Una delle critiche al governo è “la
costante di violenza e impunità”, con omicidi quotidiani e “vittime di esecuzioni
extragiudiziali che aumentano ogni giorno”. “Esistono ancora diritto e legalità in
questo Paese?” si chiedono i religiosi, notando il degrado del rispetto dei diritti
umani nelle Filippine e ricordando i tanti omicidi irrisolti, come quello di padre
Fausto Tentorio. Un punto dolente è la “riforma agraria”, da decenni invocata e mai
realizzata, nonostante un appello di oltre 80 vescovi, che si facevano portavoce delle
istanze dei contadini. Definita “il più importante programma di giustizia sociale
del governo”, la riforma implica la distribuzione delle terre. Sul patrimonio naturale
della nazione, i religiosi notano che la devastazione di monti, mari e fiumi, l’estrazione
mineraria indiscriminata, l’avvelenamento industriale, tracciano “un quadro dolente”.
“Questo assalto alla creazione è anche un attacco alla nostra fede”, si afferma, dato
che Dio ha affidato all’uomo la custodia del creato, chiedendo al governo di tutelare
il patrimonio. (R.P.)