2013-04-23 13:55:37

Mali: prorogata la missione militare francese. Al nord rivalità tra tuareg e arabi


Con un voto unanime le due Camere del parlamento francese hanno approvato la prorogato dell’operazione militare Serval, avviata da Parigi in Mali lo scorso 11 gennaio. Come previsto dalla costituzione, superata la durata di quattro mesi ogni intervento militare all’estero deciso dal governo, deve ottenere l’autorizzazione dell’Assemblea nazionale e del senato. I 4.000 soldati dispiegati saranno ritirati dal Paese del Sahel in modo progressivo e a fine anno dovrebbero rimanere in mille per una durata indeterminata. Deputati e senatori hanno però ribadito l’urgenza che Bamako “provveda al consolidamento del processo di riconciliazione nazionale tramite un dialogo con il nord che ancora non è cominciato” così come alla “ricostruzione di uno Stato di diritto e di una classe dirigente”. In più occasioni Parigi e gli alleati del governo di transizione maliano hanno chiesto il rispetto della scadenza elettorale, con presidenziali in agenda per il mese di luglio. Entro quella data dovrebbero essere dispiegati migliaia di peacekeepers dell’Onu che prenderanno il testimone della Missione internazionale di sostegno al Mali (Misma), a comando africano. Mentre il parlamento francese si è pronunciato sul futuro dell’operazione Serval, che in poche settimane ha liberato le regioni settentrionali dell’ex colonia rimaste per un anno sotto il controllo di gruppi armati tuareg ed islamici, dal terreno sono giunte notizie contrastanti. A Ber, località a nord di Timbuctù presumibilmente passata nel fine settimana sotto il dominio del Movimento degli arabi dell’Azawad (Maa), la situazione rimane confusa anche perché le rivalità storiche tra comunità arabe e tuareg si sono riaccese. L’Maa ha denunciato saccheggi commessi a danni degli arabi da parte del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) mentre i tuareg dell’Mnla puntano il dito contro gli arabi, presunti responsabili del rapimento di Al Moustafa ag Mohamed, il figlio del marabutto di Ber. I rapitori hanno già chiesto un riscatto di 80 milioni di franchi Cfa. La comunità araba auspica un rapido dispiegamento dell’esercito maliano nei pressi di Timbuctù: uno scenario che i tuareg invece temono. A Kidal la situazione è altrettanto incerta dopo che tra 200 e 300 combattenti del Movimento islamico dell’Azawad (Mia), fazione dissidente del gruppo jihadista di Ansar Al Din, si sono raggruppati in un accampamento nei pressi del capoluogo nord-orientale. I tuareg, in posizione dominante a Kidal, sostengono che decine di giovani del Mia hanno “volontariamente raggiunto i ranghi dell’Mnla per garantire la sicurezza della città”. Per i capi del Mia si tratta invece di un “lavoro comune attuato con un comando militare congiunto” in vista di una prossima riunione politica e della prospettiva di colloqui con Bamako. A Gao è invece cominciato il dispiegamento delle forze di polizia maliane, di ritorno in città per la prima volta dall’avvenuta liberazione a fine gennaio del terzo capoluogo settentrionale. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.