2013-04-22 15:39:15

Un progetto per far conoscere l'epilessia nelle scuole italiane


Diffondere un’informazione corretta sull’epilessia. Questa la finalità del progetto “Se all’improvviso”, una campagna di sensibilizzazione nelle scuole primarie, proposta dalla Fondazione e dalla Lega Italiana contro l'Epilessia, in occasione della Giornata Nazionale dedicata a questa patologia, il 5 maggio. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Oriano Mecarelli, responsabile dell’Ambulatorio per l’Epilessia del Dipartimento di Neurologia e Psichiatria del Policlinico Umberto I di Roma: RealAudioMP3

R. - L’obiettivo di questo progetto è quello di far sì che le insegnanti conoscano bene questo tipo di patologia, e che soprattutto permettano al bambino affetto da epilessia di trascorrere delle ore scolastiche senza eccessivi disagi.

D. - Come finalità, ha anche quella di informare i propri compagni di scuola?

R. - Sì. Gli insegnanti e i compagni hanno un ruolo fondamentale nell’accogliere il bambino con l’epilessia, proprio nel favorire il suo inserimento scolastico e il suo rendimento didattico. Quindi, è importante che non si spaventino, se ad esempio in classe il bambino ha una crisi, ma sappiano di cosa si tratta e non provino disagio.

D. - Come bisogna comportarsi di fronte ad una crisi epilettica?

R. - Se la crisi epilettica non comporta caduta a terra e sintomi molto eclatanti, come può essere nel caso di una “crisi di assenza”, bisogna comportarsi in modo normalissimo, non fare niente. Nel caso in cui la crisi è molto più eclatante, occorre semplicemente impedire che, cadendo, il bambino o l’adulto si faccia del male.

D. - Esistono diverse forme di epilessia...

R. - Sì, esistono diverse forme che hanno delle caratteristiche cliniche diverse, che quindi si mostrano in modo diverso. Questo perché esistono cause diverse di epilessia, da quelle genetiche a quelle più propriamente lesionali, quali traumi cranici, tumori cerebrali, esiti di interventi neurochirurgici...

D. - Come si tratta l’epilessia e soprattutto è possibile guarire?

R. - L’epilessia si tratta fondamentalmente con la somministrazione di farmaci che sono appunto anti–epilettici. C’è uno zoccolo duro di forme di epilessia che non risponde ai farmaci, circa il 25 percento, ed in questi casi si può anche ricorrere all’intervento neurochirurgico o ad altri tipi di terapia palliativa. Si può guarire? Sì, in senso generale questa affermazione è corretta, anche se esistono forme di epilessia che guariscono ma in cui non si riesce a sospendere del tutto la terapia.

D. - L’epilessia è una malattia intorno alla quale c’è sempre stata cattiva informazione. Secondo lei, perché?

R. - Il problema è fondamentalmente culturale, perché nei secoli l’epilessia è stata spesso avvicinata alla patologia mentale, alla follia. Addirittura si pensava che l’epilettico fosse un indemoniato. Tutto questo ha lasciato obbiettivamente dei segni nella società che tutt’ora non riusciamo ad eliminare. Se facciamo certi progetti, come questo a scuola, è anche perché è necessario che l’educazione sanitaria parta dalle prime età della crescita.








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