Terra Santa: occupazione “temporanea” di un eremitaggio cristiano da parte di coloni
ebrei
Un piccolo eremitaggio con una cappella, costruito su un terreno del Patriarcato latino
di Gerusalemme nei pressi della città di Taybeh (30 chilometri a nord-est di Gerusalemme),
è stato teatro nei giorni scorsi di una breve occupazione da parte di alcuni coloni
ebrei, probabilmente provenienti dal vicino insediamento di Ofra. L'episodio si è
verificato venerdì scorso. I coloni si sono temporaneamente insediati nell'eremitaggio,
incustodito da circa un anno – dopo essere stato costruito e abitato da un monaco
greco-cattolico - e hanno issato sul luogo la bandiera d'Israele. L'iniziativa ha
provocato l'intervento di alcuni giovani cristiani e musulmani dell'area, che hanno
manifestato la loro contrarietà all'occupazione messa in atto dai coloni, i quali
si sono allontanati. Sabato scorso il vescovo William Shomali, vicario patriarcale
del Patriarcato latino di Gerusalemme, si è recato sul luogo insieme al sindaco cristiano
di Taybeh e a quello musulmano del vicino villaggio di Deir Jarir per ascoltare direttamente
dai testimoni la ricostruzione dei fatti e esprimere la sollecitudine della Chiesa
per le popolazioni dell'area. “Sono andato per dire al popolo che noi proteggiamo
i nostri Luoghi Santi, e non lasciamo che altri vengano a occupare le terre, le dimore
e i luoghi di culto dove noi siamo da anni e da secoli” dichiara all'agenzia Fides
mons. Shomali. “Si è trattato più che altro di un'azione dimostrativa, messa in atto
per vedere quali reazioni avrebbe provocato. Forse qualcuno dimentica” prosegue il
vicario patriarcale “ che la legge dello Stato d'Israele considera illegali le occupazioni
di terreni e proprietà altrui”. (R.P.)