2013-04-22 12:02:17

Il card. Marx: la Chiesa universale si fa più vicina al Papa


Nei giorni scorsi Papa Francesco, riprendendo un suggerimento emerso nel corso delle riunioni pre-Conclave, ha costituito un gruppo di cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Curia Romana. Fa parte di questo gruppo anche il cardinale arcivescovo di Monaco, Reinhard Marx. Padre Bernd Hagenkord, responsabile del Programma tedesco della Radio Vaticana, gli ha chiesto se sia rimasto sorpreso dalla decisione del Papa:RealAudioMP3

R. - Grunsätzlich nicht, weil wir tatsächlich im Vorkonklave ...
Fondamentalmente non ne sono stato sorpreso, perché ne avevamo sentito parlare nel pre-Conclave e io avevo anche personalmente detto che sarebbe stato necessario che vi fossero dei consiglieri provenienti dalle Chiese locali e che bisognava riflettere nuovamente su questo punto. Naturalmente, il tema della riforma della Curia è stato presente e quindi la cosa, di per sé, non stupisce, ma che questo mi riguardasse di persona e che avvenisse così in fretta, sì, mi ha un poco stupito.

D. - Che cosa ha indotto il Papa a nominarla? E‘ dipeso anche dal fatto che lei è presidente della Comece, la Commissione degli episcopati della Comunità europea?

R. - Ja, dann müsste man den Papst selber fragen, natürlich. ...
Bisognerebbe evidentemente domandarlo al Papa stesso. Ma è chiara l’intenzione di rendere presente tutto il mondo, i vari continenti e anche i rappresentanti di diverse organizzazioni. Ma il riferimento non è strettamente alle Conferenze episcopali o ai loro presidenti. Il Papa è libero e ha deciso liberamente. E‘ possibile che il mio ruolo nell’ambito della Comece abbia influito, ma anche altri aspetti. Sono stati comunque convocati Vescovi di grandi diocesi, che hanno quindi una sicura esperienza di amministrazione. Questo è certamente un elemento: rappresentare la molteplicità delle Chiese locali e dei continenti, e anche includere vescovi che forse, grazie alla loro responsabilità pastorale, hanno già una certa esperienza.

D. - I cardinali che fanno parte di questo gruppo provengono da tutti i continenti: vuol dire che la Chiesa universale si fa consigliera del Papa?

R. - Das glaube ich schon. Wir haben ja ein bisschen das Gefühl gehabt, ...
Credo proprio di sì. Abbiamo avuto un po‘ la sensazione - io l’ho comunque avuta e ne ho anche parlato con qualcuno - che, dopo il Conclave, ritornando alle nostre diocesi lasciassimo il Papa da solo. Certo, “da solo” non è del tutto esatto, perché naturalmente ha molte collaboratrici e collaboratori che lo consigliano e lo aiutano. Ma mi dicevo: siamo cardinali, lo abbiamo eletto, e dobbiamo ora essere pronti ad aiutarlo. Non avevo però in mente che la cosa sarebbe diventata così concreta. Tuttavia questo è logico quando ci si trova ad avere una carica come quella del cardinalato e si prende parte al Conclave: cioè l’essere pronti ad aiutare il Papa, se lo desidera, ed esserne consiglieri, se lo desidera. Naturalmente questo, in qualche modo, mi onora. Ma è anche un segno che egli intende che questo gruppo abbia una portata universale. A mio parere, questo è un segno positivo.

D. - Nel gruppo degli otto cardinali vi conoscete bene già tutti?

R. - Nicht alle natürlich in gleicher Intensität, aber ...
Non tutti con la stessa intensità. Conosco il cardinale di Kinshasa già da molto tempo. Altri, li ho conosciuti durante questo Conclave. Conosco il cardinale Rodriguez Maradiaga in seguito a molti incontri per Giustizia e Pace. Ci si conosce personalmente, ma diversamente. Non siamo un vero e proprio circolo, che si incontra da tempo o che è in contatto già da tempo. Grazie al Conclave ci siamo incontrati, ritengo, in modo nuovo.

D. – Il primo ottobre si svolgerà il primo incontro del gruppo: cosa succederà prima di questa data?

R. - Ja, ich muss warten. Ich habe noch keine weitere Informationen ...
In effetti, devo aspettare, non ho ulteriori informazioni su quanto accadrà entro quella data. Si dovrà sicuramente riflettere, definire il progetto più accuratamente, ma non è ancora stato fatto. In questo momento il Papa ha detto a tutta la Chiesa: desidero avere questi consiglieri, desidero che si faccia una riforma della Curia, mi auguro che in questo venga coinvolta la Chiesa universale. In tal modo anche le reciproche relazioni tra la Curia a Roma e le Chiese locali vengono viste in modo nuovo. Lo considero un segnale, ma non si è ancora pensato a passi ulteriori.

D. - Quali sono le sue impressioni su questo Papa a poco più di un mese dalla sua elezione?

R. - Ich bin immer mehr der Überzeugung, dass uns Gott diesen Papst geschenkt hat. ...
Sono sempre più convinto che è Dio che ci ha donato questo Papa. Dopo la sua elezione eravamo forse noi stessi stupiti di tutto quello che avevamo vissuto durante le due giornate. Poi ci siamo chiesti che cosa sarebbe successo ora. Ma eravamo tutti convinti che era un segnale dello Spirito Santo. Adesso, dopo le prime settimane di Pontificato, vorrei dire che la cosa è confermata e che è stato davvero così. Tutti lo sentiamo allo stesso modo, anche negli incontri nelle parrocchie, vi è molto ottimismo e una grande attesa - talvolta anche un’attesa eccessiva, perché un Papa non può inventare da capo la Chiesa - ma vi è ovunque un clima positivo e questo mi dà naturalmente una grande gioia.







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