Violenze sulle donne in guerra, mons. Chullikatt: "Oltraggio alla coscienza dell'umanità"
Le violenze sessuali come arma di guerra sono “un oltraggio alla coscienza dell’umanità”
e "tutti gli Stati e la comunità internazionale devono fare del loro meglio” per impedirle.
È l’appello che l’arcivescovo Francis Chullikatt, osservatore permanente della Santa
Sede presso l’Onu, ha lanciato intervenendo, lo scorso 17 aprile al dibattito su donne
pace e sicurezza. Il servizio di Davide Maggiore:
“I continui
episodi di violenza sessuale - ha detto mons. Chullikatt – sono un fenomeno che scoraggia
e rattrista”, anche considerando il ruolo di “alleate della pace” svolto dalle donne
in molti contesti di guerra. Queste azioni odiose hanno varie origini, ha spiegato
l’arcivescovo citando un rapporto del segretario generale dell’Onu. “È deludente –
ha però spiegato il rappresentante della Santa Sede – che a questo proposito non siano
sottolineati “gli attacchi mirati” basati “sulle credenze religiose”, malgrado questi
ancora avvengano “quasi in ogni parte del mondo”. La violenza contro le donne, ha
proseguito mons. Chullikatt, “è un’umiliazione della loro dignità”, ma anche di quella
“dell’aggressore”, che con queste azioni “svilisce” la sua natura umana. Il rappresentante
della Santa Sede si è poi soffermato sulle possibili misure di prevenzione della violenza,
sottolineando anche l’importanza di norme penali che proteggano le vittime delle violenze
e rendano perseguibili i responsabili. Altrettanto importante, ha sottolineato mons.
Chullikatt, è l’assistenza alle vittime, che spesso vengono “emarginate dalle loro
comunità” d’origine. A questo proposito mons. Chullikatt ha ricordato che l’aborto
rappresenta “solo un’ulteriore violenza su una donna già in difficoltà” a cui invece
dovrebbe essere offerto aiuto per ogni necessità “materiale, sociale e spirituale”.