Quirinale: ipotesi di un Napolitano bis. Mons. Bregantini: possa prendere in mano
la situazione
Prende quota l’ipotesi di un Napolitano bis per risolvere la crisi politica in Italia.
Il presidente della Repubblica renderà nota la propria decisione entro le 15. Stamattina
alla Camera quinta votazione, con una maggioranza di schede bianche. Alessandro
Guarasci:
Da Pd, Pdl,
Lega e Scelta civica è stata espressa ''la convinzione che - nella grave situazione
venutasi a determinare - sia altamente necessario e urgente che il Parlamento possa
dar luogo a una manifestazione di unità e coesione nazionale attraverso la rielezione
del Presidente Napolitano''. Così recita una nota del Quirinale. Stamattina il presidente
Napolitano ha incontrato Pierluigi Bersani, dimessosi da segretario del Pd ieri sera,
il leader del Pdl Silvio Berlusconi, il segretario della Lega Roberto Maroni e il
leader di Scelta Civica e presidente del Consiglio Mario Monti. Oramai è opinione
comune tra la maggioranza dei grandi elettori che serva un Napolitano bis. Stamattina,
la quinta votazione, con 445 schede bianche e 210 voti a Rodotà. Sull’ipotesi di un
Napolitano bis abbiamo sentito mons. Giancarlo Bregantini, vescovo di Campobasso
e presidente della Commissione per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e
la pace:
R. - Questa grande figura - che il Signore gli dia veramente salute,
forza - possa prendere in mano le situazioni, per consapevolizzare in maniera adeguata
il mondo politico per una scelta di vera dignità e di grande responsabilità.
D.
- Come vive la situazione attuale, in cui il Parlamento non riesce a trovare una soluzione
per il Quirinale? Si è smarrito il concetto di bene comune?
R. – Sentiamo sempre
più necessario rivolgere un disperato appello alla serietà e alla capacità di cogliere
il gusto del bene comune: che siano capaci di responsabilità e di dignità!
D.
– Questo perché il Paese sta in qualche modo o rischia quantomeno di affondare, la
povertà aumenta e le persone sono sempre più in difficoltà? R. – Soprattutto si
sente la differenza abissale tra i problemi veri della gente e il gridare di qualcuno
o l’essere muro a muro. Le parole che sono state usate, in questi giorni, sono incapaci
di cogliere il dramma che sale dalla gente comune, dal Paese. Non si può giocare così!
Non ci sono colpevoli qua o là, ma è la mentalità: cioè la politica non coglie il
senso di responsabilità; la politica che non sa dire “stringiamoci perché il bene
di tutti, viene prima del bene mio”. La dottrina sociale della Chiesa dice con chiarezza:
prima viene il nostro, poi viene il mio; solo difendendo il nostro, io difendo il
mio. Stamattina abbiamo a lungo pregato nelle Lodi, recitando il Cantico del Libro
della Sapienza: “Dammi la sapienza che siede accanto a Te e non mi escludere dal numero
dei tuoi figli”. Abbiamo dedicato la preghiera espressamente al Parlamento italiano.