Quirinale, mandato bis a Napolitano. Soluzione estrema che palesa crisi classe
dirigente
"Stiamo tornando
indietro di vent'anni, al 1992. La crisi del Pd è molto simile a quella che travolse
la Dc in quell'anno. La storia della 'Prima Repubblica' è piena di democristiani
impallinati, prima di tutto, dal loro stesso partito. Il problema del Pd è un problema
di classe dirigente. E il pellegrinaggio da Napolitano, per chiedergli un mandato
bis, lo conferma, anche se può essere una ripartenza". Così, il prof. Francesco
Bonini, docente di Scienze Politiche all'Università Lumsa di Roma,
commenta le difficoltà del parlamento italiano, riunito in seduta comune, a eleggere
il nuovo Capo dello Stato. "Sotto i nostri occhi - spiega - si sta consumando la fine
della cosiddetta 'Seconda Repubblica'. Va trovata una nuova quadratura del sistema
politico istituzionale e per farlo servono nervi saldi e dialogo. Serve cambiare completamente
registro, rispetto a quanto è successo nelle ultime settimane. Per fare questo servono
delle solenni batoste e credo che un po' tutti gli attori in gioco le stiano prendendo.
Tranne Grillo che sta, giustamente, speculando sulla situazione". "Il punto è - aggiunge
Bonini - che il sistema è sottoposto a una duplice tensione: quella vecchia orizzontale
'destra, sinistra' - 'berlusconiani o antiberlusconiani' - e la nuova tensione verticale
'fuori o dentro il sistema'. Da questa doppia azione di forze divergenti può uscire
solo uno spappolamento del sistema, ma è un costo che come collettività non possiamo
consentirci di pagare". "Grazie alla scelta di Napolitano, che ha accettato
di essere forzato a un mandato bis, ora possiamo davvero recuperare il cammino maestro"
commenta Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, il quotidiano della Conferenza
episcopale italiana, . "E in questa situazione sembra l'unica soluzione
per uscire dal pantano in cui siamo finiti. Questo la dice lunga sull'insufficienza
dell'attuale classe dirigente e sulla maniera in cui è stata condotta questa vicenda
dell''elezione del nuovo Capo dello Stato". "Tutte le tossine che hanno avvelenato
il percorso post-elettorale per la costituzione del nuovo Governo - spiega - sono
state trasferite sul piano istituzionale altissimo della massima carica dello Stato".
"Mi auguro che con il sì di Napolitano ora si creino le premesse per un Governo
di larghissima intesa che accompagni il Paese sulla strada della risalita economica
necessaria". "La crisi del Pd - conclude il direttore di Avvenire - , come partito
che aspirava a riunire anime politiche diverse, quella della sinistra storica e il
cattolicesimo democratico, sta conclamandosi nel momento in cui sono stati spesi,
e massacrati politicamente, due nomi di cattolici impegnati in quel partito, Marini
e Prodi. Non può non saltare agli occhi. La crisi del Pd, come partito riformatore
moderato, è anche effetto dell'incapacità di riconoscere un ruolo ai cattolici dentro
al partito". "E' una situazione che fa crescere la disaffezione e l'anti-politica.
Non possiamo lamentarci, poi, se Grillo prende i voti" aggiunge Carlo Costalli,
presidente del Movimento Cristano Lavoratori. "Lo stallo che si è
creato al voto per il Qurinale è conseguenza di errori che vengono da lontano. E'
mancato il rinnovamento della politica con una nuova legge elettorale. Ma le responsabilità
maggiori sono del Pd che ha gestito male i due mesi successivi alle elezioni, pensando
di aver vinto". "Napolitano è stato un ottimo presidente - aggiunge il presidente
del Mcl - e sarà un ottimo traghettatore, se sarà rieletto da tutti, anche nei prossimi
anni. Certo la sua chiamata in causa certifica il fallimento dei gruppi dirigenti
dei partiti che, con una legge elettorale 'truffa', hanno fatto il pieno di parlamentari".
"Tutto ciò - aggiunge Costalli - mentre un Paese in affanno ha bisogno di un Governo
stabile e di un presidente 'super partes'. E' stato determinante che Napolitano abbia
accettato. Speriamo poi che i grandi elettori abbiano un sussulto di orgoglio. Il
dissenso è importante ma va fatto alla luce del sole. Chi applaude e poi pugnala alle
spalle lascia perplessi gli elettori". (A cura di Fabio Colagrande)