2013-04-20 12:21:16

L'eredità di Don Tonino Bello


di Mons. Domenico Amato, Vicario Generale della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Direttore dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose a Bari, Vice postulatore della Causa di Beatificazione
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Il messaggio più importante che Don Tonino ci ha consegnato è che il Vangelo è giovane, praticabile, ha una bellezza e una tenerezza che permette agli uomini e alle donne di oggi di affrontare la vita con gioia e speranza. E’ emerso molto l’accostamento tra la testimonianza di Don Tonino e quella di Papa Francesco. Possiamo dire che in qualche modo Don Tonino abbia fatto da ponte in questo inizio di pontificato. Egli è ancora oggi un modello per tanti non credenti perché coglie quella immagine di Dio presente in ogni persona, e che è amata da Dio. Molti non credenti si sentono perciò accolti e vedono in lui una testimonianza di verità.
Il vescovo pugliese Antonio Bello - presidente di Pax Christi negli anni ottanta e la cui causa di beatificazione si pensa di poter chiudere entro quest'anno nella sua fase diocesana - moriva vent'anni fa e la sua diocesi lo ricorda con una tre giorni di convegno ("Don Tonino, testimone della fede") e con varie iniziative tra cui un progetto didattico che ha coinvolto 24 istituzioni scolastiche (www.conoscidontonino.it). Mons. Amato - che si appresta a pubblicare per Città Nuova l'ultima sua biografia, centrata soprattutto sull’azione pastorale e l'impegno del vescovo a tradurre il Concilio Vaticano II a misura di chiesa locale - non trascura di accennare al tempo della malattia. "Di questa - precisa - ha saputo fare cattedra di insegnamento. E molte persone malate raccontano di sentire che Don Tonino è vicino alla loro sofferenza. Don Tonino - aggiunge - era una persona soprattutto umile. E le cose più importanti le faceva nella preghiera". (a cura di Antonella Palermo)








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