Venezuela: il Consiglio elettorale ha accettato il riconteggio dei voti
Dopo quattro giorni di tensione alle stelle, degenerata anche in episodi di violenza
con almeno sette morti, il Consiglio nazionale elettorale (Cne) ha accettato di effettuare
un nuovo conteggio completo dei voti delle presidenziali di domenica scorsa, come
richiesto dal candidato uscito sconfitto, Henrique Capriles. Il riconteggio era stato
auspicato anche dai vescovi del Paese "per rafforzare - avevano detto - l'autorità
morale dell'organismo dando al tempo stesso tranquillità alla popolazione". Mentre
a Lima i capi di Stato dell’Unasur (Unione delle nazioni sudamericane) si riunivano
per discutere della crisi venezuelana - riferisce l'agenzia Misna - a Caracas la titolare
del Cne, Tibisay Lucena, annunciava che la verifica delle schede – già effettuata
sul 54% del totale – sarà ampliata anche al rimanente 46%. Lucena ha precisato che
il Cne ha così deciso, rispondendo “a una situazione, evidentemente, particolare”.
Capriles si è finora rifiutato di riconoscere il presidente eletto Nicolás Maduro,
proclamato lunedì, esigendo come condizione preliminare la verifica del 100% dei suffragi
delle presidenziali vinte dal chavista con il 50,66% sul 49,07% dello sfidante. Il
leader dell’opposizione ha fatto appello ai suoi sostenitori, affinché siano “pazienti”,
calcolando che per la revisione delle schede ci vorranno alcuni giorni. La cerimonia
di insediamento di Maduro resta, tuttavia, prevista per oggi, alla presenza di diverse
delegazioni internazionali e capi di Stato: una giornata in cui il delfino dello scomparso
Hugo Chávez ha convocato una “grande mobilitazione” per le strade della capitale.
Capriles ha ribattuto esortando i suoi ad ascoltare salsa mentre Maduro giurerà da
presidente: “Non fate cacerolazos (proteste a suon di pentole, come avvenuto nei giorni
scorsi, ndr) – ha detto – ma mettete musica nelle vostre case”. (R.P.)