Paraguay: appello alla pacificazione dei vescovi alla vigilia del voto
A pochi giorni delle elezioni generali i vescovi del Paraguay lanciano un appello
"alla pacificazione degli spiriti, tralasciando ogni atteggiamento di fanatismo, di
confronto e di violenza". In un comunicato inviato all'agenzia Fides, la Conferenza
episcopale del Paraguay si è rivolta ai partiti politici e alla società civile invitandoli
alla prudenza e al rispetto reciproco e di “evitare ogni azione e situazione che possa
generare violenza e mettere in pericolo la sicurezza e la vita delle persone". Il
comunicato conclude augurando "che le elezioni generali del prossimo 21 aprile siano
un esempio di civiltà, tolleranza e rispetto tra i paraguaiani, per rafforzare la
democrazia e lavorare insieme per una società più giusta e consentire così l'accesso
ad una vita dignitosa a tutti coloro che abitiamo questa nazione". In relazione alla
compravendita dei voti, un fenomeno che coinvolge spesso le popolazioni indigene,
mons. Lucio Alfert, vicario apostolico di Pilcomayo, ha ammonito che tale compravendita
"non solo è una frode ma è pure un peccato, e nemmeno tanto lieve. È un peccato sia
da parte di chi compra e sia da parte di chi vende". Mons. Alfert ha aggiunto però
che “la colpa più grave la commette colui che compra, perché è più istruito, sa cosa
sta facendo ed ha autorità. Il venditore è meno istruito, ha bisogno di mangiare,
e l'acquirente approfitta apertamente della sua condizione di bisogno”. Secondo una
nota inviata a Fides, mons. Alfert ha esortato gli indigeni ad essere più consapevoli
e di "non vendere la propria libertà per un po' di soldi o di cibo". Il vicario apostolico
ha anche sottolineato che vi sono ora abitanti del luogo che scelgono liberamente,
non vendono più il loro voto, a differenza di prima quando il voto di scambio era
diventato un vero e proprio flagello perché lo facevano tutti. (R.P.)