Il card. Vegliò ai circensi: la vostra arte è esempio di fraternità in un mondo individualista
L’arte circense è portatrice di un messaggio di solidarietà e fratellanza, che la
Chiesa apprezza con riconoscenza. Lo afferma il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente
del Pontificio Consiglio dei Migranti, nel Messaggio indirizzato al presidente della
Federazione mondiale del Circo, che celebra oggi la quarta Giornata dedicata al tema.
Ancora fresca nella memoria di tanti artisti e lavoratori di questo settore è viva
l’udienza che poco più di quattro mesi e mezzo fa – era il primo dicembre 2012 – Benedetto
XVI concesse alle persone dello spettacolo viaggiante, che comprende anche fieranti,
burattinai, artisti di strada e altre categorie.
Il cardinale Vegliò cita nel
suo messaggio una considerazione del Papa ora emerito, che in quella circostanza evidenziò
come la tradizione circense sia caratterizzata dal “dialogo tra le generazioni” –
che ha “premura per i piccoli” tanto quanto valorizza gli anziani e il “loro patrimonio
di esperienze – quanto da uno spiccato “senso dell’amicizia” e dal “gusto del lavoro
di squadra”. All’esterno, nel contatto col pubblico, il circo – osserva il cardinale
Vegliò citando ancora Benedetto XVI – con i suoi giochi e le sue coreografie “crea
occasioni uniche di comunicazione” e “opportunità di svago sereno, di cui l’uomo contemporaneo
ha tanto bisogno”.
“Con questo messaggio – prosegue il porporato – desidero
esprimere la riconoscenza della Chiesa alle associazioni e agli artisti circensi di
tutto il mondo”, specie a quei circhi che “con coraggio e generosità – afferma il
cardinale Vegliò – si recano in Paesi colpiti da guerre, da violenze e da calamità
naturali, per offrire a tante persone sofferenti – specialmente ai bambini e agli
anziani – momenti di pace, di spensieratezza e di gioia”. Il cardinale Vegliò conclude
ricordando le parole di Papa Francesco pronunciate esattamente un mese fa, nella Messa
d’inizio del suo ministero petrino: “Abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza
e di dare a noi stessi la speranza”. E un riflesso di questa luce, in un mondo “non
di rado egoista e individualista”, si può cogliere anche attraverso il talento atletico
e artistico che i circensi sanno offrire con generosità a chi viene ad applaudirli.
(A cura di Alessandro De Carolis)