2013-04-19 07:54:57

Ancora strage a Baghdad alla vigilia delle elezioni provinciali. Mons. Warduni: superiamo gli egoismi


Strage a Baghdad quasi alla vigilia dalla delicata tornata di elezioni locali. Almeno 27 persone sono rimaste uccise e più di 50 ferite nell’ennesimo attentato suicida, avvenuto ieri sera in un caffè di Baghdad. Tra le vittime anche tre bambini. Al momento non ci sono rivendicazioni. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Domani, 13,8 milioni di cittadini iracheni saranno chiamati a rinnovare le assemblee provinciali in 12 delle 18 province del Paese. E’ la prima consultazione popolare dopo il completamento del ritiro americano, alla fine del 2011. La campagna elettorale è stata drammaticamente segnata da una recrudescenza della violenza. Dall'inizio dell'anno sono stati uccisi quattordici candidati. E poi in una serie di attacchi terroristici hanno perso la vita decine e decine di persone. L’obiettivo è destabilizzare il governo sciita di Nouri al-Maliki. A parte gli attentati terroristici, da mesi le province a maggioranza sunnita di Ninive e Anbar sono teatro di manifestazioni contro il primo ministro. E proprio questa è la ragione che ha indotto il governo a rinviare per motivi di sicurezza le elezioni in questi territori. Le due province confinano con la Siria e da tempo il governo centrale di Baghdad denuncia il passaggio di miliziani e armi di al Qaeda diretti in Siria proprio dall'Iraq.

Dell’aumento della violenza in Iraq, Giancarlo La Vella ha parlato con il vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni:

R. – In tutte le nazioni, quando ci sono le elezioni, ci sono problemi perché ciascuno difende i suoi interessi, quelli del suo partito e della sua ideologia. Da noi, questo si manifesta in maniera più drammatica. Tutti sanno del livello di violenza e di discordia che c’è tra i partiti iracheni. Gli uni vogliono una cosa, gli altri ne vogliono un’altra, ciascuno vuole qualcosa per se stesso. L’egoismo: ecco qual è il problema. Ma questo è l’uomo quando non ci sono i principi veri, specialmente il credere in Dio e fare la sua volontà, perché la sua volontà è che tutti gli uomini si amino. Speriamo che ciascuno assuma la propria responsabilità, per lavorare tutti insieme, per ricostruire questa nostra Nazione molto, molto provata.

D. – Queste elezioni ripropongono ancora una volta un problema di rappresentatività: dei 447 seggi in palio, solo nove sono destinati alle minoranze religiose e ancora meno – tre – a quella cristiana …

R. – Quando non si trova la vera giustizia, l’intenzione di costruire una vera convivenza, queste cose succedono e succederanno sempre e certamente ci saranno ancora difficoltà per le minoranze.

D. – Comunque, la Chiesa irachena si sta dando molto da fare per creare un clima di pacificazione in questo momento così importante per il Paese …

R. – Certamente. Per quanto riguarda noi cristiani, i nostri principi sono conosciuti: la pace, la concordia e l’amore. I capi religiosi delle comunità cristiane, sotto la direzione del nuovo Patriarca Louis Raphaël I Sako, hanno presentato un’iniziativa per avvicinare le varie posizioni, per rimuovere gli ostacoli al dialogo che ci sono e tutti hanno promesso di cooperare a questa iniziativa. Speriamo che succeda qualcosa di buono e questo per il bene di tutta la Nazione.







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