70 anni fa la rivolta del ghetto ebraico a Varsavia. Il card. Nycz: ha fatto storia
e cultura della città
Momento di grande commozione oggi a Varsavia. Alle 10 in punto la capitale polacca
si è fermata, al suono delle sirene e delle campane, nel 70.mo anniversario della
rivolta del ghetto ebraico contro le truppe naziste di occupazione. Questo l’evento
culminante delle celebrazioni, per ricordare le quasi 60 mila vittime causate dalla
reazione tedesca. Preghiera e raccoglimento anche in tutte le Chiese della città.
Il servizio di Giancarlo La Vella:
Era il 19 aprile
1943 e un migliaio di ebrei del ghetto di Varsavia, isolato con un muro dai nazisti,
insorse contro le truppe di occupazione. La durissima repressione tedesca causò la
morte di quasi 60 mila ebrei e la deportazione dei sopravvissuti. Il ghetto venne
raso al suolo. Sullo stato d’animo con cui i cittadini polacchi vivono queste celebrazioni,
sentiamo Tadeusz Konopka, giornalista dell’Ansa di Varsavia:
“Con
grande commozione e con grande spirito di omaggio agli eroi dell’insurrezione del
ghetto, che hanno deciso di combattere per difendere non tanto la vita quanto la dignità
umana. La dignità umana di tutto noi!”.
Anche la folta comunità cattolica
polacca ha partecipato al ricordo di quegli eventi, che colpirono l’intero Paese.
Sentiamo l’arcivescovo di Varsavia, il cardinale Kazimierz Nycz:
“E’
necessario ricordare che Varsavia, durante l’occupazione, ha avuto due insurrezioni:
quella del ghetto e la seconda, un anno dopo, nel 1944. In ambedue le insurrezioni
Varsavia ha perso più della metà della popolazione. Noi guardiamo ad entrambe queste
rivolte come nostre, perché gli ebrei erano abitanti di Varsavia da molti secoli:
hanno creato la storia e la cultura della città”.
Ancor oggi Varsavia
e l’intera Nazione polacca sono grati a coloro che hanno accettato il sacrificio della
vita a difesa della dignità e della libertà di ogni uomo e del proprio Paese, che,
dopo il dolore della Seconda Guerra Mondiale, subì anche le conseguenze del regime
comunista. La parola al giornalista polacco Marek Lehnert:
“Il clima
di quei giorni lo ricorda molto bene una famosa poesia del Premio Nobel per la Letteratura,
Czesław Miłosz, dal titolo 'Campo di fiori', dove dice che vicino al ghetto
c’era una giostra dove la gente si divertiva e 'quel vento dell’incendio alzava le
gonne alle ragazze e rideva la folla nella bella domenica di Varsavia'”.