Francia: i vescovi propongono la via del dialogo sociale per uscire dalla crisi
La via del dialogo sociale tra tutte le parti coinvolte per uscire dalla crisi socio-economica
che si sta abbattendo anche in Francia. È quanto propongono i vescovi francesi in
un documento presentato a Parigi, nel corso dell'Assemblea plenaria che si è conclusa
ieri. Negli ultimi mesi anche in Francia si respira un clima sociale pesante soprattutto
dopo l’annuncio di piani di ristrutturazione da parte di grandi aziende come Peugeot-Psa,
Goodyear e Renault che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro. Una situazione
confermata da un recente rapporto presentato dalla Fondazione Abbé Pierre dal quale
emerge che nel Paese ci sono 3,1 milioni di disoccupati (10,8% in più rispetto allo
scorso anno) e che il mese di dicembre 2012 è stato il 19° mese consecutivo di aumento
della disoccupazione. Con la pubblicazione del loro documento, preparato dal Consiglio
famiglia e società – riporta l’agenzia Sir - i vescovi, dimostrano di essere sensibili
al problema. “Oggi - si legge – è sempre più necessario che la Chiesa prenda la parola
per dire la sua solidarietà a coloro che sono colpiti dalla crisi e a coloro che,
a diversi livelli, esercitano le loro responsabilità per scongiurarla o correggerne
gli effetti negativi”. I vescovi invitano, però, anche a “guardare più lontano” per
cercare soluzioni ai gravi problemi. E la via indicata è quella del “dialogo sociale”.
Di fronte ai piani di ristrutturazione in atto, “non si può dimenticare che l’impresa
è una comunità umana”, sottolinea il documento. E secondo l’insegnamento sociale della
Chiesa, l’impresa esiste come comunità umana di lavoro dove i lavoratori, i dirigenti
e gli azionisti vivono in una dimensione di interdipendenza per cui devono poter cercare
insieme i mezzi per servire il bene comune dell’impresa stessa”. I vescovi chiedono
a imprenditori e azionisti di considerare la sofferenza che i licenziamenti rappresentano
per le persone coinvolte per assumere misure adeguate. Allo stesso tempo, invitano
gli imprenditori e i rappresentanti sindacali a prendere atto di quelle ristrutturazioni
che le evoluzioni tecnologiche e le tendenze di mercato rendono inevitabili. L’appello
finale è quello di promuovere il “dialogo sociale in vista del bene comune”, in uno
“spirito di giustizia dove gli sforzi sono proporzionati alle capacità di assumerli”.
(L.Z.)