2013-04-17 08:46:36

Francia. Il card. Vingt-Trois sui matrimoni gay: "società divisa"


Ciò che preoccupa in modo particolare l’episcopato di Francia è la spaccatura che il progetto di legge Taubira sui matrimoni omosessuali sta provocando nella società francese e la deriva verso una “società” incapace di “armonizzare le differenze in un progetto comune”. Lo ha detto il cardinale André Vingt-Trois, presidente della Conferenza episcopale francese, in apertura ieri dell’Assemblea plenaria dei vescovi. Un discorso molto atteso - riferisce l'agenzia Sir - visto che oggi arriverà dal Senato in Assemblea nazionale, il testo della legge che apre il matrimonio e le adozioni alle coppie gay. “I lunghi mesi di dibattito sul disegno di legge per il matrimonio omosessuale - ha detto l’arcivescovo - hanno rivelato divisioni che erano prevedibili e annunciate”. Sono l’“indicatore di una mutazione di riferimenti culturali. E ne è un segno l’invasione organizzata e militante della teoria del genere in particolare nel settore educativo o, più semplicemente, il tentativo di negare qualsiasi differenza tra i sessi”. Il cardinale ha quindi parlato del “rifiuto della differenza come modalità di identificazione umana, e in particolare della differenza sessuale. È così - incalza l’arcivescovo - che si prepara una società di violenza. Quello che già stiamo vedendo è l’impossibilità di accettare le differenze nella vita sociale e ciò sta conducendo verso la cristallizzazione delle rivendicazioni di piccoli gruppi”. Insomma, argomenta l’arcivescovo, “la nostra società ha perso la sua capacità d’integrazione”.

Gli oppositori del progetto, riuniti nel collettivo “La manifestazione per tutti”, che avevano programmato una protesta per il 26 maggio, hanno moltiplicato i cortei lo scorso fine settimana a Parigi e anche in altre città della provincia, in un’atmosfera di grande tensione. Hélène Destombes della nostra redazione francese, ne ha parlato con mons. Bernard Podvin, segretario della Conferenza episcopale francese:RealAudioMP3

R. – Il faut être determinés evidemment…
Dobbiamo essere determinati nella difesa dei nostri valori. Si tratta soprattutto di non “svendere” ciò in cui si crede. Ma tutto questo deve avvenire serenamente, nella non violenza, nel rispetto dell’altro: quando si agisce in nome di Cristo si deve rispettare l’altro. Ringrazio veramente tutti coloro che affermano i propri valori, che dicono ciò in cui credono, facendolo nella pace. Bisogna resistere a ogni estremismo perché, ahimè, quando ci si trova in una società che vive una crisi sociale e morale è facile che ciascuno possa mettere in campo la propria strumentalizzazione, la propria tensione esasperata: il confronto vero deve situarsi nella pace. C’è un vivo dispiacere da parte dei cattolici, dei loro vescovi, di vedere come l’occasione di un voto sia caduta così in basso e come l’assenza di dibattito - così spesso invocato dai vescovi e da tanti altri - stia purtroppo portando cattivi frutti perché quando non si discute nella società su temi così importanti perché la coesione sociale è fragile, tutto questo porta con sé la violenza. Bisogna condannare queste violenze, condannarle assolutamente, non dobbiamo avallarle. Bisogna rispettare la democrazia rappresentativa: è molto importante. I cristiani devono rispettare la democrazia. E allo stesso tempo devono ravvivare questa democrazia e pretendere dai politici che ascoltino la gente perché il non-ascolto ferisce profondamente tantissime persone.

D. – Lo vediamo nelle reti sociali, è un momento carico di violenza, anche tra i cattolici… Come spiegare questa radicalizzazione? E’ la sensazione di non essere ascoltati? Sembra quasi che qualcosa si sia rovesciato …

R. – Oui, vous avez raison, quelque chose…
Sì, ha ragione, qualcosa si è rovesciato dal punto di vista dell’incomprensione. Il cuore di un pastore deve sempre essere vigile su queste radicalizzazioni, non bisogna mai incoraggiarle perché la radicalizzazione dentro il nostro cuore non può essere una buona consigliera, tanto più che non dobbiamo vergognarci delle nostre idee; le nostre idee sono fondate su valori che trascendono assolutamente questo dibattito e quindi a più forte ragione dobbiamo restare sereni: quello che conta è la determinazione. Quando si conduce un dibattito etico e spirituale con determinazione bisogna tanto più mostrare che c’è serenità. So che non è facile perché le ferite sono aperte e ci sono molti altri fattori di cui tener conto: la disoccupazione, la disorganizzazione, una crisi morale molto grave che attraversa la società... Ma non bisogna lasciarsi trascinare da queste situazioni; dobbiamo invece dimostrare che i nostri valori si fondano nel Vangelo e che siamo dalla parte di chi difende la vita, quella più fragile. Bisogna lavorare sulla coesione sociale il più possibile: da settimane e settimane ripetiamo che la coesione sociale è fragile, e quando è fragile non si introducono riforme così profonde.







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