2013-04-17 17:15:45

Attentato di Boston. Janet Napolitano: non è stato parte di un complotto più ampio


Prosegue la ricerca dei responsabili, a due giorni dall’attentato di Boston costato la vita a 3 persone e il ferimento di 176, 24 sono gravi. Il ministro della sicurezza interna Janet Napolitano ha detto a una commissione del Senato che l'attentato di Boston non è stato parte ''di un complotto più ampio'. E in tutti gli Stati Uniti sono state rafforzate le misure di sicurezza. Il servizio di Debora Donnini:

Si fa sempre più strada l’ipotesi che a compiere la strage di Boston sia stato un attentatore solitario. Le indagini puntato a ''un terrorista interno'', ha detto al Washington Post il senatore repubblicano Saxby Chambliss dopo un briefing dei servizi di intelligence, senza però fornire elementi specifici. Il ministro della sicurezza interna Napolitano dice che non è stato parte di un complotto più ampio. Oggi, poi, il coperchio di una delle pentole a pressione, usate come bomba, è stato trovato sul tetto di un edificio vicino al luogo dello scoppio. La possibilità che si tratti di un "lupo solitario" sembra avallata anche dal fatto che per l'innesco sarebbe stata impiegata una "miscela esplosiva improvvisata a combustione lenta". Si è intanto saputo che la terza vittima è una studentessa cinese della Boston university, Lu Lingzi. Domani il presidente Obama sarà in città. E mentre si alzano le misure di sicurezza in tutto il paese, oggi al Senato americano, a Washington, è stata recapitata prima una lettera che sembra contenere una sostanza velenosa, indirizzata al senatore repubblicano Roger Wicker, e poco fa un’altra, risultata positiva alla ricina, rende noto la Abc . E sempre oggi una lettera con sostanze sospette sarebbe stata indirizzata al presidente americano Barack Obama. Lo riporta la Cnn citando il Secret Service.

Le indagini, dunque, proseguono a tutto campo per trovare i responsabili del duplice attacco. Emanuela Campanile ne ha parlato con Chad Miner, segretario dell’Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede:RealAudioMP3

R. – Le autorità federali e locali stanno conducendo le indagini, cercando indizi utili. Vorrei, però, esprimere le condoglianze da parte dell’Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede per le vittime e per le loro famiglie. Condividiamo con loro le nostre preghiere e con il popolo della città di Boston. E’ stato un giorno veramente molto doloroso per i cittadini di Boston e per i cittadini statunitensi.

D. – C’è stata anche una mobilitazione, come si sentiva dal discorso di Obama, delle forze di primo soccorso...

R. – Sì, abbiamo letto che una delle vittime è stata un bimbo di otto anni. Apprezziamo anche il messaggio di Papa Francesco al cardinale O’ Malley: che il popolo di Boston e degli Stati Uniti – come ha detto il Papa – affrontino questo male con coraggio e bontà.

D. – Pensavamo che l’11 settembre, comunque, fosse stato un appuntamento irripetibile, ma la paura sembra tornare con una violenza inaudita...

R. – Ancora non si sa perché Boston e chi ha compiuto questo atto. Scopriremo, però, il responsabile e la ragione. I responsabili sentiranno la forza della giustizia. Il terzo lunedì di ogni aprile è festa in Massachusetts, il giorno dei patrioti, il giorno che ci fa capire perché Boston è così importante per gli Stati Uniti. Una festa che esprime l’anima indipendente della città. E’ conosciuta, infatti, da tutti gli americani per il famoso “Boston Tea Party”, quando i Figli della Libertà, nel 1773, protestando contro tasse inique, gettarono nel porto di Boston una grande quantità di the, distruggendolo. E due anni dopo, vicino a Boston, a Lexington, si spararono i primi proiettili della nostra guerra rivoluzionaria. Boston per tanti americani è la città dove è nata la storia della nostra indipendenza.

D. – E’ anche commovente la capacità che gli Stati Uniti hanno di fare fronte comune davanti ad un evento così drammatico...

R. – Credo che il popolo di Boston e il popolo degli Stati Uniti abbiano la risolutezza e il coraggio di affrontare tutto questo, di unirsi contro un atto di violenza di questo genere, che tocca non solo le vittime e le famiglie delle vittime, ma tutti i cittadini statunitensi.

A essere colpita, lunedì scorso, è stata dunque la maratona più antica degli Stati Uniti e anche quella più amata, che ogni anno porta a Boston migliaia di atleti da tutto il mondo. Nonostante la paura, i tre morti e gli oltre 170 feriti, l'amore per lo sport con il suo desiderio di ritrovarsi insieme non tramonterà mai: lo afferma e ribadisce Stefano Baldini, campione olimpico Atene 2004. L’intervista è di Emanuela Campanile:RealAudioMP3

R. - Per gli americani, Boston è “la" maratona. È la vera maratona degli americani tanto che, televisivamente parlando, è il secondo evento dell’anno per importanza dopo il "Super Bowl" di football. Quindi, è comunque il sogno per tutti gli americani che corrono. Ed è questo probabilmente il motivo per cui è stata scelta proprio la maratona di Boston come momento di protesta, che non si può condividere, ma che ha provocato purtroppo un grande disastro. Penso che il mondo continuerà a correre, e correre ancora più forte già a partire da domenica prossima, quando a Londra 40 mila persone affronteranno la maratona che in Europa registra i numeri più alti. Quindi, è soprattutto perché in tantissime di queste gare - Londra in particolare - si corre per beneficienza e la gente non si ferma. La gente ha voglia di correre, di impadronirsi, almeno per un giorno, di una città che normalmente è occupata da automobili e da mezzi che producono inquinamento. La maratona invece produce benessere, cultura e anche tanta salute.

D. – Come si può definire la maratona?

R. – La maratona è lo sport più democratico in assoluto, perché permette a persone di tutti i livelli - dai super campioni al più lento degli amatori - di poter partire dalla stessa linea e gareggiare sullo stesso percorso, davanti allo stesso pubblico e tagliare lo stesso traguardo. Ed è la stessa emozione, sia che per coloro che ci impiegano due ore, sia per quelli che impiegano quattro, cinque o sei ore. Per questo motivo, in questo momento, correre va tanto di moda, è bello ed è alla portata di tutti.








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